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Rino Troise (Woodpad): «In Francia il prossimo boom. E serve un gruppo italiano per crescere»
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Rino Troise (Woodpad): «In Francia il prossimo boom. E serve un gruppo italiano per crescere»

Il CEO di Woodpad è convinto che serva un gruppo italiano che possa aprirsi al mercato estero, a partire dai cugini francesi: «In quattro anni sono previsti 8.000 nuovi campi e noi vogliamo esserci». Un’azienda che guarda (anche) fuori dai confini nazionali e che vorrebbe farlo in buona compagnia. Con un partner chiaro in testa…


Fin da ragazzo, Rino Troise era appassionati di mappamondi, quasi l’Italia gli andasse già troppo stretta. Figuriamoci ora che è CEO della sua azienda, la CIS2000 che commercializza anche il marchio Woodpad, fortemente voluto da Troise, una copertura in legno lamellare specificamente studiata per il padel. Una soluzione premium level particolarmente apprezzata all’estero (chiedere referenza ai Club Garrincha in Belgio che hanno montato due Woodpad lunghe 95 metri ciascuna) dove i cìriteri di qualità, cura dei dettagli ed ecosostenibilità hanno un peso maggiore dell’ultima cifra indicata sul preventivo. 

Per questo motivo, Troise punta forte all’estero e cerca partner per proporsi con un pacchetto completo dei quattro punti cardine: campo, superficie, copertura e impianto di riscaldamento. Prossimo mercato da aggredire, la Francia, dove è già presente con una rete commerciale e l’indispensabile certificazione di Qualisport. Il governo Macron è pronto a importanti investimenti nello sport in vista delle olimpiadi di Parigi 2028 e il padel è lo sport destinato a crescere maggiormente, con una previsione di 8.000 nuovi campi nei prossimi quattro anni. 

Perché Woodpad punta deciso all’estero?
Woodpad è un prodotto è pensato per l’estero dove qualità dei materiali, ecosostenibilità e cura dei dettagli sono elementi essenziali e apprezzati. E poi il mercato italiano è ancora in crescita ma non sarà un eterno boom, quindi ha senso strutturarsi per sondare nuovi mercati.

Quali paesi avranno la maggior crescita nei prossimi anni?
Ho auto riscontri importanti in Belgio ma nei prossimi tre anni sarà la Francia il paese che vivrà la crescita più esponenziale, come accaduto in Svezia e Italia nelle passate stagioni. Osservando le analisi e parlando con i nostri rappresentanti, c’è grande fermento. Le problematiche legate ai permessi non mancano, ma la Francia ha un vero ministero dello sport, stanno raccogliendo le idee, poi appena partirà la macchina, la crescita sarà veloce e imponente.

«Il mio sogno è creare una Woodpad totalmente ecosostenibile e autosufficiente, cambiando il telo in PVC, usando pannelli fotovoltaici e altre soluzioni che tengano conto dell’impatto ambientale» Rino Troise, CEO Woodpad

Un paese non facile da approcciare per un’azienda straniera.
Vero, sono molto nazionalisti ma sanno anche apprezzare i lavori ben fatti. Per lavorarci serve ottenere la certificazione Qualisport che abbiamo ottenuto l’anno scorso e ci è stata confermata quest’anno. È essenziale per un club se vuole ricevere i sovvenzionamenti della federazione e, in ogni caso, puoi presentare l’offerta più competitiva possibile, ma senza quella certificazione non ottieni la commessa. Per noi è stato motivo d’orgoglio perché non è banale conquistarla. In realtà, mi aspettavo dei risultati migliori fin da subito ma è come se avessimo anticipato la tendenza: siamo dei precursori in quel paese e, appena esploderà, saremo già pronti ad aggredire il mercato. Chi arriva tardi, è destinato a rimanere indietro.

Il successo in Italia è importante come referenza all’estero?
Il made in Italy è sempre apprezzato, ma in questo caso direi che è accaduto l’opposto: dimostrare di lavorare bene all’estero, ci è servito da garanzia per acquisire dei lavori in Italia. In questo caos specifico, ha funzionato un po’ al contrario.

«Un partner per l’estero per un’offerta completa e chiavi in mano? Italian Padel, un’azienda che ha le potenzialità per essere la numero uno in Europa nell’installazione di campi. Se tutto funzionasse perfettamente, dovrebbe fare concorrenza ovunque a Padel Galis e Mejor Set» Rino Troise, CEO Woodpad

Quanto è diverso lavorare all’estero
Molto, il modus operandi e le regole sono inevitabilmente diverse e bisogna adattarsi. I centri Garrincha in Belgio ci hanno permesso di coprire venti campi con due strutture, entrambe lunghe 95 metri, però abbiamo dovuto curare ogni minimo dettaglio perché, se scelgono un’azienda estera, poi pretendono la perfezione. E sono disposti a pagarla. Lavorare all’estero ci ha obbligato ad alzare gli standard di lavorazione che poi abbiamo mantenuto anche in Italia, anche se da noi la scelta non è sempre apprezzata perché non si percepiscono certe differenze. In due anni ho montato 24 Woodpad in Italia di cui 22 nel Nord Italia, più una a Roma e un’altra ad Aversa, in club molto importanti. Però lavorare nel centro e Sud Italia è molto complicato perché tendono ad accontentarsi, così come quando ci sono centri già avviati che sono abituati a standard meno elevati. All’estero queste problematiche non le ho mai riscontrate, così come sono più attenti gli imprenditori che avviano un club da zero.

Questione sostenibilità: è davvero così importante?
All’estero più che in Italia, anche se pure la nostra sensibilità in materia è diversa rispetto a qualche anno fa. Il futuro del legno sarà il mercato immobiliare, tanto che in Svezia sta nascendo una cittadina con sole costruzioni in legno ed ecosostenibile. Il mio sogno è creare una Woodpad totalmente ecosostenibile e autosufficiente, cambiando il telo in PVC, usando pannelli fotovoltaici e altre soluzioni che tengano conto dell’impatto ambientale. Però il mercato italiano non può sostenere questi progetti, c’è bisogno anche dell’estero.

All’estero meglio presentarsi soli o ben accompagnati?
Ti basti questo esempio: se vai in Francia e proponi solo i campi, finisce che ti scontri con SMC2 che offre il pacchetto completo: campi, superficie, copertura e impianto di riscaldamento. Secondo te, chi vince? In Italia la caduta di Biffi è stata una grossa perdita perché era l’unico, vero general contractor che avevamo. Per avere successo all’estero, sarebbe opportuno presentarsi come un gruppo solido, con un know-how consolidato e una rete commerciale avviata.

Woodpad chi vorrebbe come partner?
Le collaborazioni sono difficili, ma in Italia non posso che pensare a Italian Padel, un’azienda che ha le potenzialità per essere la numero uno in Europa nell’installazione di campi. A mio parere, gli mancano ancora dei passaggi, però in garage ha una Ferrari. Se tutto funzionasse perfettamente, Italian Padel dovrebbe fornire mille campi all’anno in Europa e fare concorrenza a Padel Galis e Mejor Set. In questo senso, Italgreen è molto più sviluppata perché ha un’esperienza internazionale significativa e sono convinto che avrà un forte sviluppo all’estero. Dopotutto, se la tua azienda cresce tanto e a un certo punto la sola Italia non sostiene più l’intera struttura, devi ridimensionarti o guardare fuori casa.

Cosa dovrebbe fare questo gruppo italiano?
Sfruttare i mercati in crescita, prendere le risorse che arrivano e cercarne di nuovi. Lo spazio c’è, eccome: prendiamo la Francia e facciamo due conti. Nei prossimi quattro anni sono previsti 8.000 nuovi campi di cui il 70% coperti. A una media di quattro campi per club, nasceranno 1.400 strutture indoor. Allo stato attuale, come Woodpad potrei farne 40 all’anno, 160 in tutto. Ne restano 1.240… Basta conquistare una fetta del mercato per fare business e sto parlando solo di un paese, per quanto grande. Perché nessuno potrebbe montare 1.200 strutture coperte in quattro anni, né finanziariamente, né per capacità produttive e logistiche. Noi, Ecover, Favaretti, Canobbio, Prima Sport e Plasteco, nemmeno mettendoci tutti insieme potremmo farcela.

Leggi anche: Made in Italy, Woodpad
«Bisogna sfruttare il prossimo boom della Francia dove nei prossimi quattro anni sono previsti 8.000 nuovi campi di cui il 70% coperti. A una media di quattro campi per club, nasceranno 1.400 strutture indoor. Allo stato attuale, come Woodpad potrei farne 40 all’anno, 160 in tutto. Ne restano 1.240…» Rino Troise, CEO Woodpad

Qual è l’aspetto più complesso nel creare un gruppo di lavoro che possa presentarsi all’estero con credibilità?
È come una squadra di calcio, per avere successo, servono persone intelligenti che mettono i risultati del gruppo davanti a quelli personali. E poi disporre di una rete commerciale valida che non è semplice da costruire. Io l’ho fatto in Francia ed è stata complesso perché quando non arrivano immediatamente dei risultati, ti assalgono i dubbi. Però di una cosa sono certo.

Prego.
Woodpad è un partner credibile perché abbiamo esperienza internazionale, il brand è apprezzato, la qualità del materiale è molto alta, i lavori svolti sono di primissimo livello e sappiamo come creare una rete commerciale. L’Italia resta un paese che darà molte soddisfazioni nel padel, ma non guardare fuori sarebbe un vero peccato.


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