Skip to main content
Il Qualipadel di Woodpad
Impianti

Il Qualipadel di Woodpad

In Francia è necessaria la qualifica di Qualisport per poter lavorare in maniera efficace. Su 136 aziende presenti, una sola è italiana: CIS2000 con il prodotto Woodpad. «una grande soddisfazione – dice il titolare Rino Troise – e il miglior biglietto da visita possibile in un mercato che è pronto a esplodere»


Non è un caso che monsieur Chauvin sia nato (o la leggenda lo presume) in Francia. Lo sciovinismo francese è qualcosa di cui loro stessi si vantano, peraltro con una certa ragione perché i cugini hanno la buona abitudine di fare spesso le cose come Dio comanda (e passi se non fanno nulla per nascondere la loro voglia di grandeur). Lo sport non è immune e infatti mediamente le strutture d’Oltralpe godono di un certo charme e soprattutto seguono criteri costruttivi molto precisi. In breve, i lavori fatti male sono una percentuale trascurabile. A tutela, una società legata anche alla Federazione Francese Tennis (e quindi al padel) che si preoccupa di testare e certificare le aziende partner, una sorta di assicurazione di qualità per gli imprenditori che decidono di investire in questo settore. Per una volta senza eccessiva fantasia, l’hanno chiamata Qualisport.

La qualità di un prodotto sta nella ricerca delle materie prime ed è per questo che il CEO di Woodpad, Rino Troise viaggia spesso in Trentino Alto Adige per verificare di persona la qualità e l’autenticità del legno utilizzato per le strutture Woodpad che si adattano particolarmente bene per coprire i campi da padel anche dal punto di vista estetico e di sostenibilità.

Stando alle informazioni del loro website, sono censite 136 aziende capaci, nei vari ambiti dello sport (calcio, tennis, padel, piscine, eccetera eccetera), di ottenere l’agognata certificazione. Tutte rigorosamente francesi, tranne una. Da qualche settimana è presente anche un’azienda italiana, CIS2000, con il suo marchio più riconosciuto nel mondo del padel, Woodpad. Si tratta di una copertura in legno lamellare che non è azzardato definire la migliore nel suo genere in senso assoluto, perché la qualità dei materiali è da top level (e ora anche certificata in Francia). Il titolare, Rino Troise, taglia corto: «Non posso nascondere la soddisfazione perché fin dal principio ci avevano avvertito che l’iter sarebbe stato molto, molto complicato. Però ha superato anche le aspettative! Aver ottenuto questa qualifica è motivo di orgoglio e un’ulteriore conferma della qualità del nostro prodotto. Noi assicuriamo di usare solo legno di abete proveniente da Austria, Germania e Svizzera, lavorato completamente in Italia da aziende certificate per assemblaggio, incollaggio e taglio. Qualcuno pensa si possa ottenere lo stesso risultato affidandosi alla filiera dell’Est Europa, dove il prodotto non può nemmeno essere definito lamellare, con produzione di dubbia provenienza e caratteristiche che non rispecchiano il progetto?».

Il più grande Woodpad d’Europa sta per essere completato a Ghent, in Belgio, e coprirà ben sette campi al padel club Garrincha

Sono 136 le aziende che hanno ricevuto, nei vari ambiti dello sport, l’agognata certificazione Qualisport Tutte rigorosamente francesi, tranne una: è italiana e si chiama CIS2000, con il suo marchio più riconosciuto nel mondo del padel, Woodpad

La scelta di intraprendere il tortuoso cammino necessario per ottenere la qualifica Qualisport è nata dalla decisione di puntare sul mercato francese, ritenuto il prossimo a esplodere, dopo quanto accaduto in Italia e Svezia. Solo che la Francia ha un concetto di nazionalismo piuttosto esasperato e tendenzialmente tende a fidarsi solo di ciò che è made in France: «Abbiamo trovato un referente francese convinto che il nostro prodotto abbia delle potenzialità enormi, anche perché in Italia siamo tra le aziende più costose, mentre in Francia siamo considerati perfino economici. Però la qualifica Qualisport è un must quasi imprescindibile e molti club lavorano solo con aziende così certificate. Un esempio: qualche mese fa abbiamo perso una commessa perché il presidente di un club era convinto che Woodpad fosse la scelta migliore ma il consiglio del circolo si è opposto preferendo una società francese che aveva la qualifica Qualisport, cioè una maggior garanzia sulla qualità del prodotto. E nonostante l’offerta economica fosse meno vantaggiosa».

Dunque, volere o nolere, per sfondare nel mercato francese, in particolare negli sport di racchetta, la certificazione Qualisport è diventata sostanzialmente un obbligo, dato anche i rapporti molto stretti che intercorrono con la Federazione Francese Tennis, piuttosto radicata nel territorio e molto attenta anche alle questioni logistiche e strutturali, non solo alle competizioni sportive: «In Italia non mi sembra che FIT, CONI e Sport&Salute si stiano muovendo per creare un protocollo da seguire sia per i campi sia per le coperture da padel» dice ancora Troise. In Francia, dove ricordiamo esiste un vero Ministero dello Sport a governare la faccenda, è invece condizione sine qua non. Così è partito l’iter: «A me piacciono le sfide – dice Troise – e quindi abbiamo cominciato la procedura di classificazione: per cominciare, tutti i documenti societari e amministrativi devono essere forniti in lingua francese, poi bisogna identificarsi nel settore corretto tra categorie e sottocategorie, quindi parte la fase documentale e amministrativa con DURC, Inail, Inps, bilanci, eccetera. A seguire servono i certificati dei lavori svolti e controfirmati dai clienti, poi vi è un controllo tecnico della struttura e un dossier da fornire con tutti i materiali utilizzati e che devono tener presente della normativa francese. Per esempio, abbiamo dovuto cambiare il telo perché in Francia c’è l’obbligo della garanzia decennale e quindi serve un fornitore che la preveda, con l’azienda che resta responsabile per l’intero periodo».

«Abbiamo trovato un referente francese convinto che il nostro prodotto abbia delle potenzialità enormi, anche perché in Italia siamo tra le aziende più costose, mentre in Francia siamo considerati perfino economici. Però la qualifica Qualisport è un must quasi imprescindibile e molti club lavorano solo con aziende così certificate» Rino Troise, CEO Woodpad

Finita qui? Nemmeno per sogno: «Non è sufficiente inviare certificati di ogni genere, nel nostro caso relativi soprattutto al legno utilizzato, ma Qualisport effettua dei test di laboratorio a campione per determinare che legno, telo e ogni sorta di accessorio utilizzato sia conforme a quanto descritto».

In realtà, il modus operandi in fase di installazione non è così diverso rispetto a quello italiano, «solo che c’è una maggior attenzione e controllo sulla qualità dei materiali e della posa. In Francia è difficile trovare aziende che si improvvisano e infatti in Qualisport sono certificate solo 136 società per tutti le discipline sportive e per tutte le categorie merceologiche. Per dire, nel settore delle coperture saremo sei o sette. Così si educa anche il cliente finale, tanto che il prezzo non è la prima discriminante».

Un iter laborioso e dispendioso ma che si prospetta affascinante. E remunerativo. «Siamo convinti che la Francia sia l’Italia di tre anni fa. Il padel sta esplodendo e l’anno prossimo si prevede possa essere il terzo mercato per crescita in Europa dopo Italia e Svezia. Il Premier di Roland Garros è stato un ulteriore volano di comunicazione e la FFT è pronta a investire nel padel. Abbiamo due figure sul territorio, compreso Christian Collange che è una figura di spicco nel settore, e che si dividono il territorio tra centro-nord e sud. Però anche nei nostri uffici sarà presente una figura dedicata al mercato francese perché l’obiettivo è che l’anno prossimo rappresenti almeno il 10-15% del nostro fatturato».

Il processo di internazionalizzazione di Wodpad era nei programmi e non accenna a fermarsi:«Fin da piccolo ero attratto dal mappamondo più che dalla cartina italiana – dice Troise – e quindi vogliamo espanderci fuori dall’Italia. Oltre alla Francia, stiamo realizzando importanti progetti in Belgio ma abbiamo chiuso anche una partnership per i paesi del Medio-Oriente come Kuwait, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Oman, Bahrein e Qatar. Sono paesi complessi per questioni logistiche e climatiche e alcuni criteri vanno rivisti, ma ci crediamo molto. Ormai è chiaro che il padel è uno sport indoor, il nostro obiettivo è che si giochi sempre più spesso sotto un Woodpad, in Italia e nel mondo».


Ti potrebbero interessare anche: