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L’Hangar di Padel Corporation
Impianti

L’Hangar di Padel Corporation

L’azienda marchigiana, già molto apprezzata per i suoi campi, lancia Hangar, una nuova tipologia di copertura in legno e lamiera striata. «Un’opera di design, ecosostenibile, pratica e con una notevole efficienza energetica»


Settemila and counting: è il numero dei campi da padel installati in Italia, circa duemila e cinquecento solo la scorsa stagione. Numeri impressionanti, se si considera che una federazione ricca e strutturata come quella francese si è posta come obiettivo di raggiungere la quota di duemila campi nel 2024, un ritmo decisamente inferiore a quello italiano, dove una certa saturazione è previste intorno alla considerevole cifra di ventimila campi che si potrebbe raggiungere nel 2030. Tuttavia, c’è un ulteriore settore che promette una crescita ancor più sostanziale, quello delle coperture. Attualmente, solo un terzo dei campi in Italia sono coperti, nonostante sia chiaro che si tratta di uno sport prettamente indoor, tanto che molte realtà si sono attrezzate anche in zone dove il clima consentirebbe di giocare all’aperto tutto l’anno. Sole, vento e afa sono nemici degli appassionati di padel che preferiscono di gran lunga le condizioni indoor, così come i gestori dei club visto che il fatturato di un campo coperto è doppio rispetto a uno outdoor.

In questo senso, una grande novità è quella proposta da Padel Corporation, azienda marchigiana già molto apprezzata per i suoi campi, tra cui spiccano alcune chicche come il Decathlon Court di Prato. Estrema qualità (anche nei dettagli) e massima sicurezza (a partire dai vetri stratificati, fino all’8+8 richiesto in situazioni top, come alcuni resort di alto livello) sono gli hype di un’azienda che si sta strutturando per garantirsi una crescita efficace e sostenibile. Un contesto che comincia a completarsi con l’arrivo di Hangar, un sistema di copertura dei campi moderno, innovativo e sostenibile. «Mi sono messo nei panni di un gestore di padel club – dice Andrea Rossetti di Padel Corporation – e ho pensato alla tipologia di copertura che avrei preferito. Il nome è stata una conseguenza perché l’idea era ricreare una struttura che ricordasse gli hangar di un aeroporto».

In sostanza, si tratta di un prefabbricato in legno (per le colonne, il tetto e le travi portanti) con le pareti laterali in lamiera striata, facente funzioni di un edificio industriale. Saranno proposti due modelli, tra cui spicca quello Pro, con costruzione a sandwich dei pannelli e tanti vantaggi in prospettiva: «A livello estetico lo trovo meraviglioso: con i led infilati nel mezzo del sandwich, illuminato può assumere varie forme e diventare una vera opera di design – continua Rossetti -. Basta pensare all’Allianz Cloud di Milano, dove si è giocato il Premier Padel: di giorno è un classico palazzetto dello sport, la sera diventa una meravigliosa astronave. E poi c’è la presenza di un materiale nobile come il legno e la possibilità di customizzare le misure come meglio si crede, offrendo spazi e servizi che faranno la fortuna dei centri del prossimo futuro». Ma non solo, perché di questi tempi la parola d’ordine è sostenibilità, di cui Hangar diventa portavoce: «Conosciamo tutti i costi energetici che deve sostenere una struttura sportiva e quindi abbiamo cercato una soluzione che potesse accontentare tutti: sul tetto della nostra struttura potranno essere montati dei pannelli fotovoltaici che, di fatto, renderanno il centro autosufficiente, con un’efficienza energetica da classe A».

L’idea è nata oltre un anno fa e si è concretizzata adesso, dopo che Padel Corporation ha trovato un partner affidabile come Centrolegno, azienda guidata da Roberto Del Bianco che ha in curriculum il palcoscenico mobile del Teatro alla Scala di Milano e il Nautilus di Pesaro (l’hotel in legno più alto d’Europa, 28 metri distribuiti su sette piani), oltre a gallerie di centri commerciali e la copertura della nuova Chiesa del Carmine di Fano. Solo parlando delle grandi strutture e senza citare quelle puramente abitative. Come amano ripetere, il legno è una risorsa abbondante e rinnovabile, biodegradabile, non tossica e non inquinante, un materiale dalle infinite virtù. E che adesso si sposa con la lamiera striata per un ambo vincente: «Credo sia la combinazione vincente per design, sostenibilità ed efficienza. C’è voluto tempo per trovare il partner giusto, come già accaduto per i campi, ma Centrolegno ha subito dimostrato di avere la competenza necessaria per tutto ciò che riguarda produzione e montaggio. Abbiamo trovato una forte intesa perché entrambi perseguiamo la strada della qualità: ora inizia un percorso che potrà dare notevoli soddisfazioni, anche in ottica dei giocatori perché la visibilità sarà ideale, l’experience di gioco molto soddisfacente e con la possibilità di offrire spazi adeguati».

Ci sono altri elementi che hanno convinto Padel Corporation a sposare l’iniziativa: «Si tratta di una struttura totalmente indoor nella versione Pro e quindi si possono montare anche dei campi superpanoramici senza le problematiche dei carichi vento e neve di cui si deve obbligatoriamente tener conto nelle strutture all’aperto. E poi c’è un’altra questione da non sottovalutare: il gestore diventa proprietario di un immobile nel senso stretto del termine. Se volesse convertirlo ad altro utilizzo, anche con differenti fini commerciali, è una struttura che si adatta perfettamente. Bisogna quindi considerare la rivalutazione che ne può conseguire».

Un progetto affascinante, con tempi di consegna rapidi («Per quattro campi servono 90 giorni dall’emissione dell’ordine» assicura Rossetti) e un prezzo che può variare in base al modello scelto e alle dimensioni richieste: «Come per i campi, siamo per tanti ma non per tutti – dice Rossetti –. La nostra clientela sono i centri padel di medio e soprattutto alto livello, creati da imprenditori che apprezzano la qualità di un prodotto e la modernità delle soluzioni che offriamo». Una novità che amplia ancor di più la scelta (e questo è un bel vantaggio per chi vuole investire in questo settore, sempre molto redditizio) e che consolida la convinzione che il padel sia e rimanga una disciplina prettamente indoor. «Si continuerà ancora per anni a costruire un numero importante di campi (si registrano ancora ottimi incrementi pure in Spagna, nonostante si potrebbe pensare a un mercato già saturo n.d.r.) ma la percentuale di strutture indoor è destinata a crescere in maniera ancora più evidente. Come Padel Corporation non volevamo replicare soluzioni già consolidate ma trovarne una diversa e più moderna. Con Hangar l’abbiamo trovata».


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