Skip to main content
Made in Italy: Favaretti Group
Impianti

Made in Italy: Favaretti Group

Un bel viaggio ci ha condotto in alcune delle migliori aziende italiane nel settore dell’impiantistica padel perché l’Italia è un vero punto di riferimento internazionale. Un buon esempio è Favaretti Group, l’unica in Europa in grado di progettare sia i campi sia la copertura, ma anche «essere consulenti per chi vuole investire»


Se c’è una certezza, anche in un settore in piena evoluzione come quello del padel, è che per essere veramente profittevoli, i campi devono essere indoor. Due mondi, quello dei campi e delle coperture, che viaggiano allineati ma non necessariamente a braccetto, soluzione che invece è la proposta di Favaretti Group: un unico committente, di notevole qualità, per entrambe le necessità. Nella sede dell’azienda veneta, ci sono trenta persone che lavorano per sfornare progetti visto che il padel è diventato il core business. In un amen, come avviene nelle aziende ben strutturate, Favaretti ha saputo adattarsi alla domanda crescente e soprattutto offrire qualcosa di unico in Italia: un all inclusive che comprende l’ambo perfetto, con 7.000 metri quadri di spazi solo per il materiale di carpenteria, in modo da offrire un servizio di pronto consegna. Non è ancora l’Ikea, però una cinquantina di campi sono sempre pronti per coprire le esigenze.

L’azienda Favaretti è stata fondata negli anni 80 da Carlo Favaretti e operava principalmente nel settore delle coperture per piscine e in quello nautico. Nel 2010, è stata acquisita una società di tensostrutture industriali e sportive. Il padel ha fatto il suo esordio aziendale con l’inizio del boom, quattro, cinque anni fa. «Abbiamo subito intuito che avevamo le capacità di assolvere un problema significativo per i gestori, cioè fornire sia i campi sia la copertura visto che all’interno abbiamo ufficio tecnico, ingegneri e quant’altro è necessario» spiega il direttore commerciale, Filippo Caldon. Un aspetto unico e particolarmente conveniente, è sapere coprire un campo sapendo esattamente come verrà installato e viceversa: il processo ottimale è cominciare dalla copertura perché l’opposto complica la faccenda. E, curando entrambe le forniture, Favaretti è in grado di gestire meglio la logistica, ottimizzando tempi e costi. «Infatti la nostra fine lavori coincide con l’apertura del club perché quando andiamo via è tutto pronto per l’inaugurazione» dice ancora Caldon.

«Abbiamo subito intuito che avevamo le capacità di assolvere un problema significativo per i gestori, cioè fornire sia i campi sia la copertura visto che all’interno abbiamo ufficio tecnico, ingegneri e quant’altro è necessario» Filippo Caldon, direttore commerciale Favaretti Group

Per quanto riguarda i campi, le caratteristiche principali di quelli made in Favaretti sono la struttura snella, pulita, lineare, senza viti esterne. Il telaio viene assemblato montando tutto dall’interno, senza contrafforti perché la struttura è studiata con spessori e dimensioni tali da evitarli. Il design potrebbe apparire un elemento superfluo, ma in Italia il buon gusto non è un cliché e anche questo aspetto è da considerare. «La progettazione non è stata banale. Alcuni aspetti come le misure e i vetri non sono modificabili però si può intervenire sulla carpenteria. Seguiamo la normativa più stringente in materia di costruzioni, cioè la NTC 2018, però in maniera seria… E facciamo attenzione alla qualità dell’acciaio, alla zincatura a caldo e alla verniciatura. Il vantaggio è che i nostri partner, a partire dalla carpenteria, distano 300 metri dalla nostra sede».

«Possiamo fornire un vestito su misura, campi e copertura. Ma anche essere consulenti per chi vuole investire» Filippo Caldon, direttore commerciale Favaretti Group

I risultati sono incoraggianti, al punto d’aver posto come obiettivo di realizzare il doppio dei campi della scorsa stagione, dove si è arrivati a toccare quota 200, senza contare che si stanno aprendo nuovi mercati importanti in paesi come Inghilterra e Germania, in attesa degli States. Ma soprattutto, se Dio vuole, sempre più spesso vengono commissionati lavori di estrema qualità, a certificare la bontà del lavoro svolto. Però il nodo cruciale resta quello di essere in grado di legare campo e copertura, un settore in pieno sviluppo, al punto che chez-Favaretti saranno soddisfatti solo quando almeno il 60% dei campi saranno indoor (attualmente siamo al 37%): «Il padel è un mondo a parte – dice Caldon – perché altezze e spazi laterali sono fondamentali. Le nostre strutture sono custom, però ci sono standard minimi da rispettare. E poi le sempre più pressanti esigenze energetiche che impongono di trovare soluzioni ad hoc. Per esempio, nel periodo invernale serve un impianto di riscaldamento che consenta di giocare a circa 15 gradi e la doppia membrana è un bell’aiuto anche d’estate perché la temperatura interna non sale rispetto a quella esterna, col vantaggio di non avere il sole a picco. E ci sono anche imprenditori illuminati che con i pannelli coibentati hanno raggiunto la classe A.

Favaretti Group è l’unica azienda italiana in grado di fornire sia l’installazione dei campi sia della copertura. Un vantaggio tecnico e logistico per l’azienda e per il gestore perché le due questioni devono camminare a braccetto. L’ottimo lavoro fin qui svolto, ha ora permesso a Favaretti di firmare alcune strutture di notevole qualità, anche in relazione all’impatto ambientale.

Insomma, non vendiamo solo strutture, ma diventiamo anche consulenti preziosi perché conosciamo bene questo settore». Al punto che la struttura indoor, soprattutto al centro-nord Italia, è quasi d’obbligo: «Permette al gestore di lavorare tutto l’anno – spiega Caldon -, però deve essere a norma e correttamente progettata per ovvie ragioni di sicurezza. Spesso mi capita di imbattermi in situazioni folli, ma talvolta il cliente non è sufficientemente preparato. Manca ancora cultura e conoscenza, oltre a una maggior attenzione da parte di chi dovrebbe controllare. Però se qualcuno si facesse male sotto una copertura che non rispetta i parametri di carico vento e neve, poi sono rogne…».

Fortunatamente sta evolvendo anche la tipologia di cliente, visto che si avvicinano sempre più spesso imprenditori provenienti da altri settori che vedono nel padel un business e sono disposti a investimenti importanti per offrire servizi di eccellenza. La domanda è sempre in crescita ma anche l’offerta comincia a essere varia e quindi, nel prossimo futuro, l’utente potrà scegliere dove giocare e ovviamente opterà per la struttura che offre la struttura più efficiente. E il futuro di Favaretti Group? Caldon è sicuro: «Vogliamo continuare a essere un’azienda di riferimento perché possiamo fornire un vestito su misura, dalla scarpa al cappello: offriamo campi e coperture ma anche consulenza sulla progettazione con informazioni tecniche che è utile conoscere prima di investire. Il padel è un settore in pieno sviluppo nel quale crediamo tanto, sempre più convinti della nostra filosofia: la qualità del prodotto paga sempre».


Ti potrebbero interessare anche: