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Made in Italy: Italgreen
Impianti

Made in Italy: Italgreen

Un bel viaggio ci ha condotto in alcune delle migliori aziende italiane nel settore dell’impiantistica padel perché l’Italia è un vero punto di riferimento internazionale, che si tratti di campi o coperture. Ecco una nostra top list di brand che si sono distinti per qualità ed efficienza, ognuno con le sue caratteristiche. Si parte con Italgreen


Da quando nel 1738 è stato creato il primo robot (da Jacques de Vaucanson, suonava il flauto perfettamente), la robotica ha fatto strike nella nostra vita e il padel non fa eccezione: si prenota il campo con una app, si organizza una lezione con whatsapp, si crea una league con una chat, tanto per fare esempi pratici. Ecco, lo stesso paradigma vale quando si deve produrre un campo, con particolare attenzione alla struttura in acciaio, quella che permette di giocare in sicurezza, se il lavoro è svolto come Dio comanda. Una sollecitazione a cui ha risposta Italgreen, una delle aziende leader nel panorama italiano. La scelta di carpenteria, zincatura e verniciatura è ricaduta su aziende che assicurano qualità, precisione e affidabilità. E, per riuscirci, si è accantonata qualsiasi forma di robofobia, come ci ha riassunto il CEO, Daniele Gilardi, con un assunto difficile da contestare: «Più la produzione è meccanizzata, migliore è la qualità del lavoro e minore è il margine di errore».

Il nostro viaggio è cominciato in carpenteria, la vera anima nella costruzione di un campo, dove si respirano ferro e lavoro. Però con supporti un tempo impensabili, e ancora adesso abbastanza rari: «Per tagliare i profili in acciaio del campo, utilizziamo un impianto meccanizzato per una semplice ragione: la precisione e l’affidabilità nel tempo perché la macchina non si stanca mai, dovesse lavorare h24 – ci racconta Nicola Pedruzzi, responsabile tecnico di Italgreen -. A monte c’è una progettazione in 3D che viene passata a una macchina intelligente che lavora su tre assi, con un laser che realizza le varie sagomature e forature. Per lo spessore dei profili, stiamo passando ai quattro millimetri perché consente una sezione più stretta e lineare, esteticamente più accattivante, sempre nel pieno rispetto della NTC 2018».

Una scelta comprensibile perché siamo pur sempre italiani e strizziamo l’occhio al design. Il processo appare complesso ma l’automazione aiuta, tanto che basta impiegare tre persone: «Una che si assicuri che la macchina sia sempre carica di lavoro, un’altra che verifichi non vi siano dei malfunzionamenti e una terza che trasferisce i programmi e supporta le altre due figure – spiega Pedruzzi -. Se devi fare una produzione in serie, l’unica chance è affidarsi alle macchine perché nel disegno di un campo da padel rientrano circa quaranta tipologie diverse di pezzi e tutti devono essere perfetti per non avere problemi nella fase di montaggio».

«Più la produzione è meccanizzata, migliore è la qualità del lavoro e minore è il margine di errore» Daniele Gilardi, CEO Italgreen

L’ingegno umano è invece necessario nella fase di progettazione perché la macchina non sbaglia ma esegue ciò che l’uomo le ha ordinato: «La problematica maggiore è il rispetto completo della NTC 2018, una normativa molto stringente perché correlata ai criteri utilizzati per costruire un edificio. Per dire, la struttura deve resistere a una spinta orizzontale di 300 kg per ogni metro lineare: per andare oltre questi limiti, bisognerebbe lanciarsi contro con un camion! Per questo i campi sono estremamente sicuri – dice ancora Pedruzzi -. Tuttavia, non rispettarla può avere conseguenza gravi, anche in caso di sinistro accidentale: è ciò che devono capire i gestori di un impianto padel».

«Se devi fare una produzione in serie, l’unica chance è affidarsi alle macchine perché nel disegno di un campo da padel rientrano circa quaranta tipologie diverse di pezzi e tutti devono essere perfetti per non avere problemi nella fase di montaggio» Nicola Pedruzzi, responsabile tecnico Italgreen

Un altro aspetto fondamentale è il processo di saldatura ed è chiaro che un braccio meccanico infonde maggior fiducia sulla qualità del prodotto finale: «Quel braccio non si stanca, non si lamenta e lavora anche nei week-end» dice con un sorriso Pedruzzi. A certificare la bontà del lavoro, il 10% dei pezzi della produzione sono testati con dei liquidi penetranti che servono a controllare i difetti nelle saldature, benché l’affidabilità potrebbe concedere di sorvolare sulla questione. Per il passaggio successivo ci siamo spostati a San Gervasio, dove ha sede la Nord Zinc, zincheria che è un punto di riferimento nel settore. La zincatura, rigorosamente a caldo per i campi da padel, è un trattamento metallurgico che protegge dalla ruggine, da realizzarsi secondo le normative internazionali e determinati requisiti di sostenibilità ambientale, trattandosi di un processo dove il consumo energetico è significativo. Il nostro Cicerone è Alessio Pesenti, tecnico esperto di Nord Zinc: «Usiamo un ciclo brevettato per un processo che è una fusione di un metallo su un altro metallo. L’immersione nello zinco è totale in modo che il pezzo sia protetto interamente, altrimenti il rischio è di avere un ottimo risultato estetico ma di consegnare un tubolare dove all’interno si crea condensa dalla quale parte la ruggine. E quando si consuma lo spessore, il rischio è che la struttura possa crollare.

Italgreen è nota per aver sostanzialmente inventato l’erba sintetica impiegata in ambito sportivo. Nel padel, si occupa anche della fornitura della struttura del campo con una produzione di notevole livello, in quanto in gran parte automatizzata: dal taglio laser dell’acciaio alla saldatura robotica, fino a processi di zincatura e verniciatura all’avanguardia. Una garanzia di qualità costante.

La zincatura a caldo, realizzata ad arte, evita tutto questo». Of course, il processo di zincatura deve seguire una precisa normativa e ricevere le adeguate certificazioni: «Ma non solo perché oltre alla certificazione europea, disponiamo della dichiarazione ambientale di prodotto in quanto possiamo dichiarare la quantità di CO2 impiegata per produrre e proteggere l’intera struttura in acciaio del campo. Insomma, Nord Zinc ha lo sviluppo sostenibile nel suo DNA». Agganciato alla zincatura, c’è anche il lavoro di verniciatura per il quale Nord Zinc ha creato il sistema Triplex che combina i due passaggi, tra i quali «passano circa 24 ore, con le vernici a polvere studiate specificamente per l’applicazione sullo zinco. In ambiente rurale garantiamo oltre cent’anni con un massimo dell’1% di ruggine» dice con una certa fierezza Pesenti.

Processi raffinati, normative stringenti da rispettare, automazione robotica e professionalità umana: Italgreen, celebre per la sua erba sintetica con la quale ha ricoperto centinaia di campi sportivi, ha creato una filiera per la costruzione dei campi da padel innovativa e molto performante. Assistere a un intero processo produttivo ci ha permesso non solo di verificarne la qualità, ma anche di comprendere meglio la sua complessità e a generare un certo rispetto la prossima volta che entreremo in un 20×10. Perché i campi sembrano tutti uguali, ma non è assolutamente vero.


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