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Vive la France! E Woodpad parte in pole position
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Vive la France! E Woodpad parte in pole position

L’azienda italiana specializzata nelle coperture padel in legno lamellare ha creduto fin dal principio nel mercato francese. E ora è pronta a raccogliere i primi risultati, in un paese dove si prevede una forte crescita nei prossimi anni


I pionieri esercitano sempre un certo fascino e, se volessimo contestualizzare la questione con lo sviluppo del padel in Francia, va dato atto a Rino Troise, CEO di Woodpad, di averci visto lungo («Sono convinto che la Francia sia l’Italia di tre anni fa – ci disse nel luglio del 2022 -. Il padel sta esplodendo e il Premier di Roland Garros è stato un ulteriore volano di comunicazione, con la federazione ormai pronta a investire nel padel»). Adesso sono tutti pronti a scommettere che la Francia sarà il prossimo Eldorado del padel, ma pensarlo tre anni fa non era così elementare. Invece Woodpad ha cominciato a lavorare coi cugini fin dal principio, creando un rete commerciale dedicata e ottenendo la qualifica di Qualisport che è un elemento essenziale per avere successo Oltralpe. A distanza di tre anni, ecco il primo bilancio e la previsione per il prossimo futuro. Che si prospetta parecchio brillante.

Dal momento in cui Woodpad ha ottenuto la qualifica di Qualisport a oggi, come giudichi la situazione in Francia?
Abbiamo cominciato nella fase embrionale dello sviluppo del padel in Francia e con la consapevolezza che al principio i risultati non sarebbero stati eccezionali. Ora abbiamo realizzato la prima copertura e ci è stata rinnovata la qualifica da Qualisport, due fattori che ci permettono di essere presenti in maniera attiva sul mercato. Infatti, dall’inizio dell’anno abbiamo inviato circa 150 offerte e la maggior parte sono per strutture medio-grandi.

Qual è il loro approccio alla struttura padel?
Quella dell’Italia di cinque anni fa. Hanno capito che il padel può rappresentare un’opportunità di business e quindi infilano campi ovunque: diritti, storti, squadrati. Non hanno ancora il concetto del classico padel club, però sono consapevoli che dovranno coprirli, anche perché gran parte della Francia ha un clima che obbliga a giocare indoor per molti mesi. Però l’iter burocratico non è inferiore e meno complesso di quello italiano. Quindi spesso partono con i campi all’aperto e poi avviano la richiesta per la copertura.

Leggi anche: made in Italy, Woodpad

«Il mercato francese è complesso, soprattutto per una società estera. Noi ci siamo strutturati per tempo e ora ci sentiamo pronti. La prima copertura e il rinnovo della qualifica Qualisport sono elementi determinanti»

Che tipo di mercato state affrontando?
Abbastanza complesso anche se ormai abbiamo una certa esperienza. Però bisogna essere strutturati.

In che modo?
Per adesso abbiamo diviso la Francia in due macroaree, affidandole a responsabili che hanno un curriculum notevole e sono molto introdotti nel settore. E poi ci siamo legati a general contractor locali che ci permettono di essere presenti anche in gare d’appalto alle quali non avremmo accesso come società estera. In più, si deve entrare in un network per essere conosciuti e riconosciuti in un paese che ha una forte tradizione sportiva e un Ministero dedicato. Con l’improvvisazione non si va da nessuna parte.

Anche perché non mancheranno i concorrenti.
Indubbiamente, a partire dalla SMC2 che realizza degli ottimi lavori. L’aspetto curioso è che abbiamo perso delle opportunità anche laddove la nostra offerta era decisamente più vantaggiosa perché comunque un’azienda francese parte favorita. Ci sono casi eccezionali, come quello di una struttura a Montpellier affidata alla SMC2 nonostante ci fosse mezzo milione di euro di differenza, ma generalmente non è una questione di prezzo. Per dire, un club ha speso 560.000 per coprire due campi! Ok, può essere compreso un discorso di pannellatura, riscaldamento efficientato, illuminazione top class, ma si tratta di dinamiche diverse da quelle tipicamente italiane.

«Abbiamo ricevuto richieste per coprire fino a dodici campi e, in linea generale, la media è di 4-5. Quest’anno mi piacerebbe installare tre, quattro strutture e alcune trattative sono già in stato avanzato, da Marsiglia a Parigi e Clermont-Ferrand»

Qual è la percezione del legno lamellare all’estero?
Ancora più alta rispetto all’Italia. La classica tensostruttura che da noi funzionano ancora bene, all’estero hanno poco appeal, non fosse che per una questione legata all’impatto ambientale. Il legno è un materiale pregiato e molto gradito. Per questo sono determinato a investire anche all’estero perché sono convinto che i nostri prodotti saranno molto apprezzati. Dove siamo già arrivati, come in Belgio, i risultati ci hanno dato ragione.

Quante Woodpad dovresti aver installato per essere soddisfatto a fine stagione?
Non è una questione di numero ma di dimensione. Abbiamo ricevuto richieste per coprire fino a dodici campi e, in linea generale, la media è di 4-5 campi. Mi piacerebbe installare tre, quattro strutture e alcune trattative sono già in stato avanzato, da Marsiglia a Parigi e Clermont-Ferrand. Ecco, il sud della Francia è in piena evoluzione, anche perché c’è una tradizione tennistica molto forte. In ogni caso, mi aspetto una crescita costante nei prossimi tre, quattro anni. Diciamo che fin qui abbiamo costruito tanto gioco, siamo arrivati alla palla-gol e ora è venuto il momento di segnare.

«Il Complex è una struttura che si adatta particolarmente bene alla Francia, dove sono richiesti ulteriori servizi come la garanzia decennale postuma o i teli di copertura con 20 anni di garanzia»

Dalle richieste ricevute, qual è il cliente tipico che si rivolge a Woodpad?
Quasi sempre si tratta di nuovi investitori e solo nel 20% dei casi di club di tennis che vogliono aggiungere il padel. Sono essenzialmente investimenti privati, anche se in Francia hanno istituito fin da subito delle gare d’appalto pubbliche perché c’è questa caratteristica nello sport francese. In Italia, i comuni hanno cominciato solo adesso a crearne, mentre in Francia la partecipazione degli enti pubblici è molto attiva, così come l’interesse della federazione, sotto tutti i punti di vista.

C’è qualche prodotto studiato specificamente per la Francia?
Il Complex è una struttura che si adatta particolarmente bene. Una qualità più alta rispetto alla classica Woodpad, anche se il legno rimane protagonista, pur con costi differenti. Cambiano le forme e le altezze e può essere inserita anche in contesti dove la Woodpad farebbe più fatica. E poi in Francia bisogna garantire altri servizi, come la garanzia decennale postuma o i teli di copertura con 20 anni di garanzia che diventano prodotti profondamente diversi rispetto ai soliti. Per una società estera lavorare in Francia non è banale, anche quando si ha un rapporto qualità-prezzo molto conveniente. Ogni paese ha le sue sfumature e bisogna essere presenti in maniera attenta per coglierle, soprattutto in un momento di boom dove molti investitori non hanno sempre le idee chiare su come dovranno sviluppare il loro business. Noi abbiamo creduto fin dal principio nel mercato francese e ora ci sentiamo pronti a raccoglierne i frutti.


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