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TEST! Babolat Technical Viper Juan Lebron 2024
ATTREZZATURA

TEST! Babolat Technical Viper Juan Lebron 2024

La Babolat Technical Viper Juan Lebron nella versione 2024, una pala destinata a giocatori di livello avanzato che cercano soprattutto tanto controllo e hanno fisico e tecnica per esprimere potenza. Le caratteristiche tecniche sono rimaste pressoché invariate, con una specifica sulla rigidità del piatto


È la nuova (e tanto attesa) pala di Juan Lebron, una rivisitazione grafica del precedente modello, rimasto sostanzialmente invariato a livello di dati e di sensazioni in campo. È sempre un oggetto da collezione, incastonato in una custodia che lo impreziosisce, con un design ancora più curato e accattivante. I feticisti del Lobo non potranno farne a meno. Le caratteristiche di base sono rimaste invariate: forma diamante, peso di 367 grammi con bilanciamento alto (26,8 cm) e uno swingweight (quindi un’attitudine alla spinta) di tutto rispetto, seppur inferiore alle vere cannonball (164 kg/cmq, sotto la fatidica quota di 170). La costruzione è in carbonio con nucleo in Black EVA e una rigidità del piatto piuttosto elevata. A questo proposito,  Juan Lebron, nella presentazione organizzata a Madrid, ha parlato di una gomma più morbida. Il dato di laboratorio è in effetti leggermente diverso rispetto alla versione (da 71 a 69) ma si tratta di una differenza molto leggera e all’interno dei dati di tolleranza. A livello costruttivo, nulla è cambiato.

Tanto che, a questo proposito, mi piace sottolineare ciò che mi ha detto un esperto coach spagnolo: «Quando le differenze di rigidità sono così contenute, la sensazione può cambiare anche solo giocando a mezzogiorno sotto il sole di Barcellona o alle nove di sera con l’umidità di Madrid»).

NOTA BENE: per la linea dedicata a Juan Lebron, si parla di Signature Collection, cioè un prodotto che porta il nome di un personaggio ma non è necessariamente identico a quello da lui utilizzato, anche perché affermare il contrario può comportare dei fastidi giuridici. È il caso di questa pala: Juan Lebron ne usa una leggermente diversa, customizzata secondo le sue esigenze, esattamente come avviene per tanti giocatori pro, soprattutto in campo maschile. E per fortuna, perché sarebbe curioso ma molto complicato utilizzare questo tipo di pala. Dunque, vuoi per il peso, per la densità della gomma o per qualche altro dettaglio, le racchette dei campioni sono leggermente diverse. Ed è giusto (e meglio) così.
LA SCHEDA: Forma: diamante / Peso: 366,8 gr / Bilanciamento: 26,8 cm (alto) / Profilo:38 mm / Materiale:carbonio / Nucleo: EVA / Superficie: ruvida / Swingweight:164 kg/cm2 / Rigidità piatto: 69 RA / Deflessione telaio: 83 RA / Laccetto:elastico e rimovile

In campo, è una pala onesta, nel senso che fa ciò che promette e pretende ciò che è necessario. La premessa è d’obbligo: si tratta di una pala destinata esclusivamente  a giocatori di livello agonistico (o feticisti del Lupo) dotati di un’ottima tecnica esecutiva e un fisico che consenta di arrivare sempre bene sulla palla per avere maggior precisione nell’impatto e di spingere con costanza. Per gli altri, ci sono modelli che aiutano maggiormente, soprattutto nella linea Veron, per restare in casa Babolat. Detto questo, è una pala essenzialmente di controllo, mentre la potenza deve mettercela il giocatore. Non avendo una massa così importante, questa va generata con una velocità di braccio che appartiene a giocatori dotati di ottima tecnica esecutiva. L’impatto è rigido, pur senza estremismi, e si manovra con sufficiente agio, se il braccio è educato e ben allenato. Ci sono due aspetti da tenere in considerazione: la pala offre il meglio quando si spinge forte, soprattutto nei colpi al volo. Dunque, non bisogna avere tentennamenti e, di conseguenza, è necessaria una buona condizione atletica che permetta di spingere per 90 minuti con tanta fiducia nei propri colpi perché non perdona il braccino (serve una buona autovalutazione delle proprie caratteristiche, anche mentali: quando siete 4 pari, 30 pari, avete il coraggio di spingere?).

Una pala essenzialmente di controllo, mentre la potenza deve mettercela il giocatore e va generata con una velocità di braccio che appartiene a giocatori dotati di ottima tecnica esecutiva

A padel però, non si può vivere di sola offesa; in fase difensiva o nei colpi di tocco (vedi la chiquita) bisogna essere molto precisi nell’impatto: se colpite nello sweet spot (che è abbastanza contenuto), allora potrete sfruttare una bella sensibilità, altrimenti la palla muore sul telaio. Molto positiva la resa delle rotazioni: oltre ai leggeri rilievi (sistema 3D Spin+), la finitura è molto ruvida e il grip che prende la palla (dovuto soprattutto alla distribuzione e alla forma dei fori) è ottimo. A beneficiarne, volée, vibora e smash in kick.

Per quanto riguarda il design, il telaio è bellissimo, con una giusta combinazione cromatica e il logo del Lobo stilizzato sul piatto. Infine, due note finali: l’impugnatura è lunga (14,5 cm) e permette una presa confortevole, mentre il laccetto è rimovibile (e quindi lavabile) ma col nodo che rimane un po’ leggero (anche se durante il gioco non si è avvertito alcun fastidio).

LE TECNOLOGIE: Vibrabsorb: sistema antivibrazioni studiato in collaborazione con la società SMAC per ridurre i rischi di eventuali fastidi al braccio. Si tratta di un materiale elastomerico integrato al carbonio. 3D Spin: leggeri rilievi sulla superficie che, combinati con la finitura ruvida, permette di imprimere una forte rotazione ai colpi. EVA: un solo strato di Black EVA. SMART BUTTCAP: sistema che consente di rimuovere il laccio: in questo modo è possibile lavarlo o cambiarlo a proprio piacimento (in dotazione due laccetti di differente colore).

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