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TEST! Ikoneec R-Carbon
ATTREZZATURA

TEST! Ikoneec R-Carbon

Una pala sorprendente considerando la forma rotonda: al classico ampio sweet spot, si aggiungono un’uscita di palla notevole e un’ottima sensibilità. Destinata a giocatori di livello intermedio-alto o avanzato, è molto duttile. La qualità della produzione è decisamente alta come conferma la tolleranza di peso, garantita in +/- 5 grammi


Per tutti sarà la rossa rotonda. Un nuovo brand dalla gamma molto chiara e completa, nella quale ogni modello è declinato per forma e colore, si propone con questa R-Carbon che, come suggerisce il nome, è un telaio full carbon dalla forma rotonda, una caratteristica che delinea la pala. È infatti necessaria una premessa: le pale dalla forma rotonda sono certamente consigliate ai giocatori che approcciano il padel perché lo sweet spot (la parte ideale di racchetta dove colpire la palla) è generalmente molto ampio. Tuttavia, ci sono esempi di giocatori professionisti che usano da sempre pale di questo tipo, Miguel Lamperti su tutti.

Dunque, non bisogna essere prevenuti, tantomeno se la pala rotonda ha peculiarità come questa R-Carbon perché certi aspetti sono perfino sorprendenti. La pala ha un peso significativo per quanto non estremo ma con un bilanciamento medio che permette di manovrarla con grande agio, già a un livello intermedio. Ciò che sorprende è l’uscita di palla: sulla carta, con uno swingweight sotto i 160 kg/cmq (per dire, lo stesso modello in forma goccia arriva a 173 e quella diamante a 170), la palla non dovrebbe camminare così tanto; invece esce facile dal piatto e si riesce a generare un’ottima velocità, senza eccessivo sforzo.

Da fondocampo si difende con gusto per via di un perfetto mix tra manovrabilità, uscita di palla e sensibilità: in un amen, si passa da rovescio pieno a una chiquita, da una salida de pared rapida a un lob preciso. Sulla palle basse, si raccoglie bene la palla, anche se manca un filo di bilanciamento in avanti quando si vuole accelerare la testa della racchetta con una polsata. Ma sono dettagli. Chiquita e lob, come già accennato, escono con grande soddisfazione perché ha una bella reattività all’impatto e una buona connessione col telaio che offre quella sensibilità che si traduce in precisione, in colpi dove serve calibrare bene forza e traiettorie.

LA SCHEDA: forma: rotonda; peso: 365,6 gr; bilanciamento: 25,7 cm (centrale); swingweight: 159 kg/cmq (medio); rigidità piatto: 64 RA (medio rigida); deflessione telaio: 82 RA (medio rigida); profilo: 38 mm; materiale: full carbon; superficie: ruvida; nucleo: EVA Black 13; laccetto: elastico e regolabile

Lo sweet spot è bello ampio e si difende con gusto per via di un perfetto mix tra manovrabilità, uscita di palla e sensibilità, che aiuta anche nella chiquita e nel lob. Da non sottovalutare la tolleranza di peso garantita in +/- 5 grammi.

CONSIGLIATA A: due  target ben precisi: chi ama le pale rotonde (e non si tratta necessariamente di giocatori che hanno appena approcciato il padel, come dimostra l’esempio di un Miguel Lamperti) perché ai soliti vantaggi si aggiunge un’uscita di palla più rapida rispetto alle attese; oppure chi desidera uno sweet spot generoso che non obbliga a impatti super precisi e buoni compromessi tra sensibilità e controllo, con una capacità di spinta sorprendente. Ideale soprattutto per il giocatore di destra che ama il giusto equilibrio tra manovrabilità in difesa, sensibilità in fase di transizione e velocità in uscita di palla quando prova a spingere.

Sotto rete, c’è da fare un distinguo: le volée sono top, sia quelle basse dove si può sfruttare la solita sensibilità e un vivo controllo, sia quella classiche, anche in spinta, con la testa della racchetta che cammina veloce. Sulle palle alte, non è una cannonball, non si può utilizzare un’inerzia che non è così evidente, come mostra il dato di swingweight. Per generare velocità, servono movimenti completi e rapidi, ben accompagnati, senza timori. Soluzioni tipiche di giocatori già avvezzi al gioco. Altrimenti, la palla esce reattiva ma non troppo pesante. In termini di effetti, la sabbiatura è un aiuto che, combinato alla forma e distribuzione dei fori, permette di imprimere ottime rotazioni, sia con il back sia con lo smash in kick.

Infine, da non sottovalutare la tolleranza garantita in +/- 5 grammi, il laccetto elastico e regolabile e l’impugnatura abbastanza contenuta nella misura (un overgrip è d’obbligo) ma sufficientemente lunga da appoggiare la mano senza fastidi.


THE TESTER

Lorenzo, 52 anni, livello 5.5
Vero, non si dovrebbe partire prevenuti sulle pale rotonde, eppure ci casco ancora. Gioco a sinistra, mi piacciono racchette di un certo peso e bilanciate in testa e ho sempre scelto la forma ibrida perché ritengo quella che offre i migliori compromessi. Detto questo, mi ha sorpreso la facilità con la quale esce la palla, il controllo (dato anche dall’ottima resa degli effetti) e la sensibilità. Però, dovendo scegliere, resto con la T-Carbon. Per me, goccia batte ancora rotonda.

Carlo, 54 anni, livello 5.5
Gioco solo a destra e cerco una pala di grande manovrabilità e controllo. Con questa rossa mi sono sentito subito a mio agio perché ci sono i giusti equilibri tra le varie fasi, con una maggior propensione alla difesa e contrattacco. Molto sensibile, mi aiuta a costruire gioco e infilarla negli spazi che creo. Molto buoni gli effetti.

Francesco, 42 anni, livello 5.5
Tanto mi era piaciuta la T-Carbon, quanto questa rotonda che mi aiuta ancora di più in difesa (gioco a destra). La palla esce rapida, con buonissima precisione e prende tanto gli effetti. Lob, chiquita, bandeja, volée, si manovra che è un piacere: pala da veri padelisti che costruiscono gioco e non pensano solo a pestare forte.

Max, 36 anni, livello 5.5
Giocavo a destra, poi sono passato a sinistra da circa due anni e credo di esprimere un padel molto completo, tra difesa e attacco: onestamente non avrei pensato di trovarmi così bene con una pala rotonda, invece perdona i colpi decentrati ma senza perdere controllo quando si spinge bene. Si manovra con facilità e questo permette di fare un po’ tutto e un po’ tutto bene, perché c’è quel giusto mi tra uscita di palla e sensibilità.

Roberto, 28 anni, livello 4.0
Gioco soprattutto a destra e l’aspetto che mi è piaciuto di più è l’uscita di palle molto reattiva: si spinge con buon controllo e prende bene gli effetti. Certo, non spacco la palla ma questo è perfino un aiuto, perché non è cercando i por tres che si vincono le partite. Si tocca bene e questo giova nel lob, il mio colpo migliore.

Francesca, 30 anni, livello 4.0
Gioco a sinistra e sto migliorando a vista d’occhio: ho cominciato tre anni fa (dopo una quindicina d’anni dedicati al tennis) con una pala rotonda e non ho mai cambiato. Con questa R-Carbon ho trovato quel punch in più, una velocità di palla maggiore di tante altre, pur mantenendo la facilità di impatto. Non è un dettaglio da poco.

Stefano, 49 anni, livello 3.5
Gioco a destra e devo essere onesto: non sarò mai un fuoriclasse del padel e nemmeno uno che spacca la palla. La T-Carbon mi era parsa troppo difficile, questa rotonda invece ha uno sweet spot più generoso che mi aiuta tanto. Cresce la fiducia e quindi anche il livello di gioco. E poi è molto manovrabile, non impedisce alcun gesto e questo è fondamentale in fase di apprendimento.

Carmine, 45 anni, livello 3.0
Lo ripeto, non sempre riesco a captare tutti i dettagli, però questa R-Carbon la muovo con agio e la palla esce bene. Quello che ho notato è che… sbaglio meno! Dici niente… E poi trovo che sia molto versatile: da fondo o al volo, in difesa o attacco, non senti che favorisca troppo una certa situazione ma nemmeno che diventi troppo difficile in altre. Un mix di cose molto azzeccate.


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