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Juan Lebron, El Dia del Lobo
The Story

Juan Lebron, El Dia del Lobo

Abbiamo passato una giornata in compagnia del numero uno del mondo, Juan Lebron, in visita al suo nuovo sponsor, Fisiocrem. E ci ha raccontato che…


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«Le pega muy bien!»,la colpisci molto bene. Con ammirevole educazione, Juan Lebron si avvicina al sottoscritto, dopo l’ennesima vibora tirata a mezza rete e, con altrettanta pazienza, mi rincuora, prima di suggerirmi di allungare bene il braccio per trovare una traiettoria più lunga. Improvvisamente mi chiedo perché il numero uno del mondo, il primo spagnolo della storia a chiudere una stagione in cima al ranking del World Padel Tour e colui che secondo diversi tecnici sta cambiando il modo di interpretare il padel, si stia curando con amorevole coraggio della mia vibora.

Il merito è dello staff Fisiocrem, un brand di prodotti naturali che promettono di favorire il benessere di muscoli e articolazioni, una panacea soprattutto per chi non è più un teen-ager e qualche dolorino lo avverte ogni volta che si alza per tirare uno smash. In questo caso, ha favorito il benessere del mio ego meglio di una qualsiasi seduta di self confidence. Juan Lebron Chincoa, 26 anni, condivide col fido Ale Galan, il titolo di miglior giocatore di padel al mondo, almeno stando a quanto afferma il computer del principale circuito mondiale, il World Padel Tour. In un 2020 assediato dalla pandemia e con un calendario ridotto all’ossicino, ha comunque trovato il modo di portare a casa sei tornei ma soprattutto la sensazione di essere il precursore di un nuovo padel, più fisico e potente.

«La gente pensa che giocare a certi livelli sia destino, invece alle spalle c’è tanto lavoro. Lo vedi come salto? La vedi quell’esplosività? Non è solo Madre Natura, ma ore di allenamento» Juan Lebron

Live, non è quel monstre che ti appare in tv, a conferma che il resto della truppa è composto da brevilinei, come spesso accade negli sport di destrezza, come viene catalogato il padel. Il suo metro e 84 appare un po’ generoso e il tronco non è ipertrofico. Le gambe sono asciutte; più che di un mediano del futbol, ricordano quelle di un playmaker NBA, garretti pronti a esplodere quando c’è bisogna di saltare, rincorrere, allungarsi. Sta giocando in coppia con Roberto Cassanelli, uno dei principali artefici della sua presenza allo Sporting Club Le Bandiere, un bel circolo della periferia milanese; dall’altra parte della rete si alternano coach del calibro di Gustavo Spector, il CT della Nazionale italiana, top player nostrani come Simone Cremona, ex tripletisti dell’Inter di mourinhanamemoria e ora adepti del padel come Esteban Cambiasso o ancora semplici appassionati, desiderosi di capire cosa succede quando la palla esce dalla sua Technical Viper. Sono pochi (purtroppo, in tempo di COVID) gli invitati che possono attendere quel fatidico momento: arriva un lob ben giocato da Cremona, alto e lungo, sul quale Lebron, reduce da una cena notevole e con l’aria ancora assonnata, arretra con pigrizia e colpisce con nonchalance: ne esce il più classico dei por tres, con la palla raccolta in tribuna da un ragazzino in piena adorazione.

Juan Lebron Chincoa è nato il 31 gennaio 1995 a Puerto de S.ta Maria, è alto 184 cm e risiede a Madrid. Gioca a destra, in coppia con Ale Galan con il quale nel 2020 ha vinto sei tornei del World Padel Tour e chiuso la stagione come numero uno del mondo. In carriera ha vinto 199 match su 312 (63,7%)

La maggior qualità dei fuoriclasse è far apparire elementare ciò che è complicato.Per Juan Lebron Chincoa tirare un por tres da dietro la riga di fondo, posizione dalla quale si consiglia ai comuni mortali di far cadere la palla e restituirla con umiltà solo dopo che ha rallentato sul vetro, è banale routine. Come un tunnel d’esterno per Leo Messi, una volée smorzata per Roger Federer, un putt da quattro metri per Tiger Woods. Gli altri osservano il miracolo, loro agiscono con una naturalezza che ci spinge a domandarci perché Madre Natura sia stata così poco equa nel distribuire il talento. In soccorso, arriva proprio Juan: «Qui la gente sbaglia: pensa che giocare a certi livelli sia destino, invece alle spalle c’è tanto lavoro. Io mi sbatto sei ore al giorno tra palestra, allenamento, match. E tutta la mia giornata è orientata al fine di migliorare la mia prestazione: quello che mangio, quello che bevo, le ore di sonno, le sedute dal fisio, tutto quanto è programmato per diventare un giocatore sempre più forte. E devo fare così perché anche tutti i miei avversari fanno lo stesso e il primo che scende di intensità, è fregato. Lo vedi come salto? La vedi quell’esplosività? Non è solo Madre Natura, ma ore di allenamento». 

Lo afferma con determinazione mista orgoglio, perché la scarsa cultura sportiva lascia che qualcuno ancora pensi che il padel sia un semplice passatempo, quando ormai ci sono decine di giocatori che vivono solo ed esclusivamente di questo, anche se grazie agli sponsor, ancor prima che ai montepremi. Il circuito World Padel Tour fa segnare record di telespettatori a ogni nuovo torneo, i paesi che vorrebbero fissare una data in calendario si moltiplicano, i tremila seggiolini che una volta bastavano ad accogliere le richieste di biglietto, adesso andrebbero almeno raddoppiati, se la pandemia ci lasciasse in pace. Sono state create nuove categorie (Challenger), la Federazione Internazionale si è impegnata a organizzare 80 tornei nel solo 2021, un imprenditore monegasco sta cercando di far crescere un altro tour (APT). Insomma, il padel vive un pieno boom e io ho la fortuna di stare a due metri dal numero uno del mondo. «In Italia state facendo bene – mi dice ancora Lebron -, mi dicono che spuntano campi ovunque e speriamo che presto possiate avere una coppia fissa anche nel circuito».

«Il livello di gioco in Italia sta salendo ma Lebron e tutti i primi dieci giocatori del mondo fanno ancora un altro sport» Simone Cremona, top player italiano

Lo dice con gentilezza, ben conscio che quel giorno è ancora lontano. Per dire, di fronte si è ritrovato per una breve esibizione Simone Cremona, attualmente il più forte giocatore italiano e la sensazione è che Lebron sia di un’altra categoria, pur giocando col freno a mano: «Però un paio d’anni fa non si potevano giocare nemmeno due game insieme – dice Cremona -. Le prime dieci copie del World Padel Tour fanno un altro sport, poi fino al numero 50 perdiamo ma giocandoci la partita. Stiamo crescendo ma servono risorse per fare una preparazione e una programmazione concentrata solo sul ranking». Mentre Simone deve alternare le sessioni di allenamento con quelle da maestro, perché nemmeno vincendo tutti i tornei del circuito Slam nazionale andrebbe pari con le spese.

«In ogni caso, Lebron fa storia a sé, un vero animal!» sostiene chiunque l’abbia incrociato nell’esibizione Fisiocrem, benché fosse ben lungi dal tirar fuori il 100% di sé. Per un approfondimento più tecnico, ci siamo affidati ancora a Simone Cremona: «Ok, siamo tutti d’accordo che lo smash è fuori concorso, qualcosa di incomprensibile, anche visto da vicino. Come faccia a tirare un vincente da dietro la riga del servizio sfugge alle regole, ma questo è chiaro a tutti. Giocandoci contro, è un altro l’aspetto che mi ha colpito: la volée. La colpisce piatta, secca come nessun’altra, una botta violenta, giocata con una presa un po’ personale. Se colpisci senza taglio, la logica vorrebbe che la palla si alzi una volta impattato il vetro di fondo, favorendo il recupero. La sua no: è talmente potente, veloce e profonda, che sbatte contro la parete e resta bassissima. Pum pum, non riesci nemmeno a girarti che il punto è finito». Fare paragoni è sempre difficile «però ho giocato contro Miguel Lamperti, che pure è un super campione, ma non avevi questa impressione di sottomissione: lo smash era straordinario, il resto perfino giocabile. Lebron e compagnia sono un livello ancora superiore. E sia chiaro, tutti guardano alle sue qualità offensive che sono pressoché uniche, ma quanto difende bene?». Come Cassandra, sembra prevedere gli eventi con anticipo e riesce a farsi trovare al posto giusto, nel momento giusto, quasi senza sforzo. Come i bravi portieri che non hanno bisogno di tuffarsi per parare, se la posizione è quella corretta. «Attacco e difesa, attacco e difesa», coach Spector lo ripete come un mantra a due giovanissime speranze italiche, che finalmente hanno potuto verificare dal campo cosa voglia dire difendere lo smash del Lobo, il Lupo come viene soprannominato Lebron, perché la carica agonistica è sempre alta e quando azzanna la preda, difficilmente la lascia libera. Stessa sorte potrebbe accadere con la posizione di numero uno del mondo: «Volevamo il migliore e non potevamo che scegliere il Lobo – ha detto Cassanelli – ma non ci vogliamo fermare qui», con un sorriso che è stato facile tradurre in una nuova sponsorizzazione che, a sua volta, non poteva che ricadere su Ale Galan, il compagno di Lebron. Insieme vogliono replicare le sei vittorie del 2020, il titolo di number one, aggiungendo la ciliegina del Master Final, prima (probabilmente) di scontrarsi nei Campionati del Mondo.

Nel frattempo, Lebron ha accettato l’ennesimo invito per un set di esibizione. Gioca una risposta d’incontro, un lob che bacia il vetro di fondo e quando l’avversario è costretto ad alzare la palla, gli scappa già un mezzo sorriso. Il resto è routine: le gambe che flettono come due molle, la schiena che si inarca, il braccio che carica la frustata che si traduce in un suono sordo e violento, come uno sparo. Il por tresfinisce quasi nel campo a fianco, oltre le tribunette. Comme d’habitude, sembra dire.

È il padel, bellezza!

Juan Lebron e Fisiocrem

Doppio colpo per Fisiocrem che ha firmato la coppia più forte del mondo: prima Juan Lebron, poi Ale Galan, a dimostrazione dell’impegno del brand nel mondo del padel. Fisiocrem, che fa parte del gruppo nutraceutico Uriach, è una linea di prodotti studiati per il benessere dello sportivo «Siamo entusiasti di avere come testimonial Juan Lebron – ha detto Roberto Cassanelli, Country Manager di Uriach Italia –. La nostra mission è supportare il benessere degli atleti e aiutarli a raggiungere la forma ideale prima di ogni allenamento e competizione». La partnership conferma lo stretto legame tra Fisiocrem e il padel con una linea di prodotti dedicata: Fisiocrem Solugel, Fisiocrem Spray Active Ice e Fisiocrem Massage, formulati per offrire benessere a muscoli e articolazioni particolarmente sollecitati durante l’attività sportiva. 


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