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Squadra vincente... si cambia! La rivoluzione nel WPT 2020
Magazine

New score: cosa cambia col punto de oro?

Il World Padel Tour cambia il punteggio, eliminando i vantaggi: si giocherà un punto decisivo sul 40 pari. Ecco cosa ne pensano i nostri top player, non tutti concordi sulla bontà della scelta

di Lorenzo Cazzaniga
24 febbraio 2020

È in atto una piccola rivoluzione che parte dal World Padel Tour e chissà che non possa poi coinvolgere l’intero mondo del padel: il più importante circuito mondiale ha infatti annunciato che da quest’anno (si parte il 2 marzo con la tappa di Marbella) cambia il sistema di punteggio con l’introduzione del punto de oro, quello che in tanti tornei amatoriali in Italia viene definito killer point, il punto decisivo sul 40 pari, con la coppia che riceve che può scegliere il lato di ribattuta. Tanti altri sport hanno, nel corso della loro storia, cambiato il punteggio, a partire dalla pallavolo che ha riconquistato una viva attenzione mediatica e di pubblico da quando ha deciso di abbandonare il cambio-palla e assegnare un punto a ogni scambio (1998), rendendo il gioco più adrenalinico e i tempi più certi, condizione essenziale soprattutto per le televisioni che amano poco gli imprevisti e la durata incerta di un evento. Anche il tennis sta sperimentando la stessa regola scelta dal World Padel Tour e testata alle Next Gen ATP Finals, fin qui senza sentori che possa trovare applicazione nei tornei del circuito ATP o negli Slam, se non limitata a certe gare di doppio.

Ufficialmente, i dirigenti del World Padel Tour non hanno esagerato con le spiegazioni, parlando in sostanza della volontà di aumentare i momenti di adrenalina di un match. Vero, quanto il fatto che alle spalle c’è la volontà di abbreviare i match e soprattutto rendere più certa la loro durata che, con questa regola, difficilmente dovrebbe superare i 90 minuti, per la gioia dei palinsesti televisivi. Una scelta che ha trovato il consenso di tanti giocatori del circuito, non tanto convinti a livello tecnico della nuova regola, quanto del fatto che possa creare maggior interesse ed esposizione mediatica che dovrebbe tradursi in maggiori investimenti dei partner commerciali e quindi dividendi per i protagonisti.

«Sarà divertente vedere come reagiranno i giocatori, se cambieranno le strategie. Questa regola renderà più incerte la partite e ben vengano le sorprese e un maggior spettacolo» Nicolò Cotto, campione italiano indoor

Ma il punto de oro può cambiare radicalmente l’esito di una partita? E come cambia l’approccio mentale dei giocatori? L’abbiamo chiesto a diversi top players azzurri e al CT della nostra nazionale, con pareri talvolta discordanti. «È una novità che potrebbe cambiare tante cose. Personalmente mi intriga e di certo non avvantaggia le coppie top del WPT perché il punto de oro favorisce la coppia meno forte. Ma aggiornare i regolamenti crea nuovi scenari e sono certo che questa scelta avrà successo» ci ha detto Simone Cremona. Gli hanno fatto eco Nicolò Cotto («Sono assolutamente d’accordo! Sarà divertente vedere come reagiranno i giocatori, se cambieranno le strategie, magari diventando più conservativi. Ne ho parlato con alcuni giocatori del WPT e l’opinione comune è che questa regola renda molto più incerte la partite con la possibilità di battere giocatori molto più forti. Quindi ben venga il punto de oro, le sorprese e un maggior spettacolo») e Riccardo Sinicropi («Abbreviare i match e renderli più appassionanti è un’ottima idea e il punto de oro aiuterà parecchio perché si livellano i valori e si aiuta la coppia meno forte che alla fine per vincere un game dovrà fare un punto in più degli avversari e non due»).

Non sono invece dello stesso avviso Denny Cattaneo («Il punto de oro non mi piace per niente e tanti altri giocatori sono della stessa opinione. Probabilmente è necessario per l’organizzazione e le tv, ma solo per questo») e Lorenzo Di Giovanni («Come idea, non mi piace. Sono cresciuto giocando a tennis con i vantaggi, forse un giovane non vivrebbe questa novità con particolare apprensione. Dal punto di vista mentale, aumenta la tensione, mentre per gli altri aspetti bisognerebbe pensare a quello che è successo nel tennis da quando questa regola è stata introdotta nei match di doppio a livello ATP: ha avuto effetti sulla durata degli incontri? Ha fatto aumentare il numero di singolaristi che si dedicano anche al doppio ? Ha fatto crescere l’interesse delle tv? Se le risposte sono affermative, allora direi che questa modifica ha un senso, altrimenti non vedrei la necessità».

«Il punto de oro potrà avvicinare un pochino i valori ma finirà come per il tie-break: alla fine, sono i più forti a vincerne il maggior numero perché quando il punto scotta, la maggior qualità viene fuori» Gustavo Spector, CT Nazionale

Anche la nostra miglior coppia femminile, Giulia Sussarello e Chiara Pappacena, non sembrano troppo convinte della scelta: «Come giocatrici non ci piace molto perché è complicato giocare un punto decisivo sul 40 pari. Sarà complicato anche solo decidere chi dovrà prendersi la responsabilità di rispondere! Però sarà curioso affrontare una tensione così particolare e sicuramente saranno contenti le televisioni e gli spettatori perché i match troppo lunghi ogni tanto stancano anche i più appassionati!».

Infine, il CT della Nazionale italiana, coach Gustavo Spector: «Credo fosse necessario abbreviare le partite e renderle più fruibili a livello televisivo e tutto ciò che può aiutare a crescere la visibilità del nostro sport deve essere ben accetto. Chiaro che il punto de oro potrà avvicinare un pochino i valori ma finirà come per il tie-break: alla fine, sono i più forti a vincerne il maggior numero perché quando il punto scotta, la maggior qualità, tecnica e mentale, viene fuori».

Un piccolo appunto finale, che il tennis ha in parte corretto, almeno nelle Next Gen ATP Finals: il killer point sul 40 pari avvantaggia la coppia alla risposta, visto che per realizzare il break bisogna conquistare un solo punto in più degli avversari. Per questo dovrebbe quantomeno spettare alla coppia alla battuta decidere da quale parte servire.