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ATTREZZATURA

Come scegliere la scarpa giusta

La scarpa è un elemento fondamentale (e talvolta sottovalutato) perché consente di performare meglio e prevenire gli infortuni. Ecco tanti consigli pratici per acquistare quella giusta

di Isidoro Casteltrione

30 marzo 2022


Molti padelisti investono cifre considerevoli per la propria racchetta, cambiandola anche in svariate occasioni durante l’anno, molto meno per la scarpa, nonostante sia un elemento fondamentale, sia per migliorare la performance sia come strumento di prevenzione infortuni. Invece, spesso viene scelta in maniera casuale, senza verificare che si adatti al piede e alle caratteristiche fisiche. La tendenza sta lentamente cambiando, grazie a una maggior conoscenza dei prodotti anche da parte del giocatore di club, spesso conseguenza di qualche fastidio sopportato e di cui una scarpa poco adatta potrebbe essere stata la causa.

Ma come si sceglie la scarpa giusta? 

In primis deve seguire e assecondare i movimenti dei piedi, evitare problemi fisici, avere un tomaia traspirante (farete felice l’intera famiglia) con una calzata idonea e un sistema di ammortizzazione che rispetti le esigenze. Insomma deve aiutare la prestazione in campo. In più, il padel è sport dai movimenti complessi: se nel running ci si limita alla corsa in avanti e nel tennis si aggiunge quella laterale, nel padel gli spostamenti sono a 360 gradi: in avanti, indietro, lateralmente e col giro sulle pareti mettiamo in forte stress le articolazioni che soffrono soprattutto se devo supportare movimenti anomali; per questo motivo, un aspetto fondamentale è la stabilità, caratteristica essenziale di una scarpa da padel.

SUOLA
Cominciamo con la prima opzione: scarpa da tennis con suola clay o un modello specificamente dedicato al padel? Ancora oggi a padel si gioca quasi esclusivamente su erba sintetica che può presentare o meno della sabbia sulla sua superficie. Da qui la necessità di scarpe con un grip differente. Quando c’è tanta sabbia, è un po’ come giocare sui campi in terra battuta e quindi la scarpa da tennis con suola clay si lascia preferire perché ci permette di scivolare senza perdere aderenza col terreno, fattore che potrebbe causare problemi alle articolazioni. Se invece non c’è sabbia, la scelta migliore è utilizzare una scarpa con suola specifica per il padel per consentire movimenti più fluidi su una superficie più lenta e che non offre la possibilità di scivolare in modo naturale. In molti casi, le suole da padel hanno un disegno molto simile a quelle clay da tennis (spina di pesce), però con scanalature più profonde proprio per permettere una trazione migliore e non restare incollati alla superficie.

Quindi chi gioca su entrambi le tipologie di superfici deve usare scarpe con suole diverse?Esattamente. Sarebbe la soluzione migliore anche se generalmente si avvertono maggiori difficoltà usando una scarpa con suola padel su un campo con molta sabbia, perché il rischio di scivolare è un rischio da evitare.

STABILITÀ
La scarpa deve garantire una notevole stabilità e per questo motivo vengono spesso utilizzati inserti di natura plastica per evitare torsioni indesiderate. Inoltre, bisogna ricordarsi che la scarpa non è universale ma va considerata la forma del proprio piede, la pianta, le esigenze di protezione e una calzata che inevitabilmente può variare a seconda del soggetto. Esempio: un padelista che pesa 90 kg, è alto un metro e 85 e ha una pianta larga del piede, avrà esigenze diverse da uno di 70 kg, alto un metro e 70 e con una pianta stretta. Cambia la forma del piede e quindi il livello di protezione che la scarpa deve offrire. Diventa fondamentale scegliere la tomaia adatta alle nostre esigenze che deve avere una calzata corretta, una giusta protezione e un sufficiente grado di traspirabilità. Un collo del piede ampio necessita di una tomaia comoda, mentre un piede esile, una più avvolgente e stretta per non perdere aderenza. Il comfort è fondamentale, il primo elemento che si tiene presente quando si prova una nuova scarpa.

PROTEZIONE
Per quanto riguarda il fattore protezione, la tomaia ha un ruolo fondamentale perché alla struttura di base verranno applicati inserti protettivi in vari materiali (TPU e gomma) a seconda delle esigenze del giocatore. Una scarpa leggera avrà sistemi di protezione meno evidenti rispetto a una più pesante e robusta. Infatti, molte case produttrici creano una tomaia standard che viene personalizzata in base al modello, dove la differenza consiste proprio nella struttura della tomaia. C’è infine la questione relativa alla traspirabilità. Succede, soprattutto d’estate, di finire un match con i piedi in fiamme. Questo accade (anche) perché il livello di traspirabilità della scarpa non era sufficiente e il piede al suo interno si surriscalda troppo. Per ovviare a questo fastidio, si usano inserti in mesh o lavorazioni traforate studiate appositamente e che aiutano anche a migliorare il comfort generale. Una corretta ventilazione è dunque un dettaglio significativo. 

PIANTA
Altro fattore da considerare è la forma della pianta. Anche in questo caso possiamo creare tre macro categorie: giocatori con pianta stretta, pianta larga, pianta standard. I primi avranno bisogno di scarpe dagli appoggi più ampi, i secondi più stretti, mentre gli ultimi sono più facilitati perché possono adattarsi a entrambe le calzate senza grossi problemi, sempre per evitare movimenti poco corretti e prevenire gli infortuni. Diventa quindi essenziale scegliere il giusto set-up tra tomaia e suola. Oggi il mercato offre varie soluzioni e molte case produttrici usano tomaie fascianti anche su scarpe con pianta standard o perfino ampia.

PESO
Anche il peso del giocatore riveste una certa importanza. Un giocatore pesante, difficilmente si troverà a suo agio con una scarpa molto leggera, che potrebbe cedere molto velocemente e non sorreggere adeguatamente i movimenti, perdendo in comfort, stabilità e ammortizzazione. Invece, un giocatore leggero preferisce una scarpa dal peso contenuto, per non appesantire e bloccare troppo gli spostamenti. Ricordiamo sempre che il padel è uno sport fatto principalmente di scatti e movimenti rapidi e quindi il giusto livello di protezione è fondamentale per evitare fastidi fisici e un usura anomala della scarpa. Per questo motivo, chi pesa 90 kg avrà bisogno di una struttura della scarpa più robusta e con rinforzi più evidenti, chi ne pesa 70, una scarpa con rinforzi meno marcati, per evitare di appesantire troppo i movimenti del piede. Quindi il livello di protezione inciderà sul peso finale della scarpa? Chi ama correre a tutto campo a grande velocità, avrà bisogno di una scarpa con peso compreso tra 320 e 360 grammi, mentre chi è più pesante e necessita di una scarpa con un vivo sistema di ammortizzazione, avrà bisogno di una scarpa dal peso compreso tra 370 e 410 grammi. In generale, possiamo dividere le scarpe per peso in tre segmenti:
310-330 grammi: scarpa ad alta velocità, forte libertà dei movimenti, protezione contenuta e ammortizzazione meno elastica. Tendono a consumarsi/cedere più velocemente se usate da giocatori pesanti.
370 ai 410 grammi: ottima stabilità e protezione, generalmente più imbottite, molti giocatori le trovano più comode. Il sistema ammortizzante è elastico ed evidente. Hanno una durata maggiore e sono ideali per i giocatori dal peso importante.
340-370 grammi: scarpa ibrida, le più ricercate perché i compromessi sono spesso vincenti. Mixano bene le caratteristiche delle scarpe leggere e pesanti, accentuando di più alcuni fattori, in base alle scelte delle case produttrici.

AMMORTIZZAZIONE
Nell’intersuola si trova la tecnologia ammortizzante, fondamentale per dare flessibilità, comfort e una struttura elastica alla scarpa. In linea di massima, si utilizzano principalmente due materiali, l’EVA e il poliuretano, che hanno caratteristiche ben definite. L’Eva può avere diversi gradi di rigidità a seconda dell’elasticità che si vuole dare alla scarpa e una durata mediamente superiore al poliuretano che però offre un comfort molto elevato e un’ottima ammortizzazione ed elasticità. Per fare alcuni esempi, Adidas utilizza il sistema Boost in poliuretano, mentre Wilson con Duralast, Asics con FlyteFoam e Babolat con KPRS-X preferiscono l’EVA, con gradi diversi di rigidità.

APPOGGI
Un elemento determinante è il tipo di appoggio del piede al terreno. Ve ne sono di tre tipi:
pronazione, con una rotazione fisiologica del piede verso l’interno;
supinazione, con una rotazione fisiologia del piede verso l’esterno;
neutro, quando il piede non ruota in modo marcato in nessuna direzione. Invece, se i movimenti sono molto evidenti, si parla di iperpronazione e ipersupinazione.

La scarpa giusta permette di assecondare i movimenti, sorreggere meglio il piede e migliorare il consumo della scarpa. Per capire a quale famiglia si appartiene, basta guardare dove consumiamo la suola della scarpa e la tomaia. Se il consumo è più marcato verso l’esterno, vi è una supinazione, se verso l’interno una pronazione. Se omogeneo, l’appoggio è neutro. Solitamente un arco plantare accentuato comporta una supinazione e viceversa. Tuttavia, a differenza di quanto accade nel running dove ci sono scarpe dedicate in base al tipo di appoggio, nel padel non esistono queste differenziazioni.

PLANTARE
Un accessorio che invece è diventato fondamentale, è il plantare. Se ne possono trovare di varie tipologie che aiutano ad assecondare i movimenti del piede e sono utilizzabili su qualsiasi scarpa. Con una spesa nemmeno eccessiva, si possono riscontrare grossi benefici, un comfort elevato e la possibilità di ridurre drasticamente gli infortuni. Altro suggerimento è scegliere la misura della scarpa in base alla lunghezza in centimetri e non al numero perché si tratta di un elemento di maggior precisione. Per esempio, il 42 di Mizuno e K-Swiss risulterà leggermente più grande rispetto a quello di Wilson e Diadora.

CONSUMO
Infine, la resistenza. Piacerebbe poterne calzare di indistruttibili ma tutte hanno un ciclo di vita, più o meno lungo. Mediamente andrebbe cambiata ogni 6 mesi, considerando un utilizzo di circa 3 ore a settimana. Si consumano la suola e la tomaia, con il sistema di ammortizzazione che perde di efficacia. Non fatevi ingannare dall’estetica: se anche appaiono ancora in buone condizioni, è comunque probabile che l’intersuola sia danneggiata, provocando una minor protezione e un rischio maggiore di infortuni.

di Padel Magazine
ATTREZZATURA

Come scegliere la scarpa giusta

La scarpa è un elemento fondamentale (e talvolta sottovalutato) perché consente di performare meglio e prevenire gli infortuni. Ecco tanti consigli pratici per acquistare quella giusta

di Isidoro Casteltrione

30 marzo 2022


Molti padelisti investono cifre considerevoli per la propria racchetta, cambiandola anche in svariate occasioni durante l’anno, molto meno per la scarpa, nonostante sia un elemento fondamentale, sia per migliorare la performance sia come strumento di prevenzione infortuni. Invece, spesso viene scelta in maniera casuale, senza verificare che si adatti al piede e alle caratteristiche fisiche. La tendenza sta lentamente cambiando, grazie a una maggior conoscenza dei prodotti anche da parte del giocatore di club, spesso conseguenza di qualche fastidio sopportato e di cui una scarpa poco adatta potrebbe essere stata la causa.

Ma come si sceglie la scarpa giusta? 

In primis deve seguire e assecondare i movimenti dei piedi, evitare problemi fisici, avere un tomaia traspirante (farete felice l’intera famiglia) con una calzata idonea e un sistema di ammortizzazione che rispetti le esigenze. Insomma deve aiutare la prestazione in campo. In più, il padel è sport dai movimenti complessi: se nel running ci si limita alla corsa in avanti e nel tennis si aggiunge quella laterale, nel padel gli spostamenti sono a 360 gradi: in avanti, indietro, lateralmente e col giro sulle pareti mettiamo in forte stress le articolazioni che soffrono soprattutto se devo supportare movimenti anomali; per questo motivo, un aspetto fondamentale è la stabilità, caratteristica essenziale di una scarpa da padel.

SUOLA
Cominciamo con la prima opzione: scarpa da tennis con suola clay o un modello specificamente dedicato al padel? Ancora oggi a padel si gioca quasi esclusivamente su erba sintetica che può presentare o meno della sabbia sulla sua superficie. Da qui la necessità di scarpe con un grip differente. Quando c’è tanta sabbia, è un po’ come giocare sui campi in terra battuta e quindi la scarpa da tennis con suola clay si lascia preferire perché ci permette di scivolare senza perdere aderenza col terreno, fattore che potrebbe causare problemi alle articolazioni. Se invece non c’è sabbia, la scelta migliore è utilizzare una scarpa con suola specifica per il padel per consentire movimenti più fluidi su una superficie più lenta e che non offre la possibilità di scivolare in modo naturale. In molti casi, le suole da padel hanno un disegno molto simile a quelle clay da tennis (spina di pesce), però con scanalature più profonde proprio per permettere una trazione migliore e non restare incollati alla superficie.

Quindi chi gioca su entrambi le tipologie di superfici deve usare scarpe con suole diverse?Esattamente. Sarebbe la soluzione migliore anche se generalmente si avvertono maggiori difficoltà usando una scarpa con suola padel su un campo con molta sabbia, perché il rischio di scivolare è un rischio da evitare.

STABILITÀ
La scarpa deve garantire una notevole stabilità e per questo motivo vengono spesso utilizzati inserti di natura plastica per evitare torsioni indesiderate. Inoltre, bisogna ricordarsi che la scarpa non è universale ma va considerata la forma del proprio piede, la pianta, le esigenze di protezione e una calzata che inevitabilmente può variare a seconda del soggetto. Esempio: un padelista che pesa 90 kg, è alto un metro e 85 e ha una pianta larga del piede, avrà esigenze diverse da uno di 70 kg, alto un metro e 70 e con una pianta stretta. Cambia la forma del piede e quindi il livello di protezione che la scarpa deve offrire. Diventa fondamentale scegliere la tomaia adatta alle nostre esigenze che deve avere una calzata corretta, una giusta protezione e un sufficiente grado di traspirabilità. Un collo del piede ampio necessita di una tomaia comoda, mentre un piede esile, una più avvolgente e stretta per non perdere aderenza. Il comfort è fondamentale, il primo elemento che si tiene presente quando si prova una nuova scarpa.

PROTEZIONE
Per quanto riguarda il fattore protezione, la tomaia ha un ruolo fondamentale perché alla struttura di base verranno applicati inserti protettivi in vari materiali (TPU e gomma) a seconda delle esigenze del giocatore. Una scarpa leggera avrà sistemi di protezione meno evidenti rispetto a una più pesante e robusta. Infatti, molte case produttrici creano una tomaia standard che viene personalizzata in base al modello, dove la differenza consiste proprio nella struttura della tomaia. C’è infine la questione relativa alla traspirabilità. Succede, soprattutto d’estate, di finire un match con i piedi in fiamme. Questo accade (anche) perché il livello di traspirabilità della scarpa non era sufficiente e il piede al suo interno si surriscalda troppo. Per ovviare a questo fastidio, si usano inserti in mesh o lavorazioni traforate studiate appositamente e che aiutano anche a migliorare il comfort generale. Una corretta ventilazione è dunque un dettaglio significativo. 

PIANTA
Altro fattore da considerare è la forma della pianta. Anche in questo caso possiamo creare tre macro categorie: giocatori con pianta stretta, pianta larga, pianta standard. I primi avranno bisogno di scarpe dagli appoggi più ampi, i secondi più stretti, mentre gli ultimi sono più facilitati perché possono adattarsi a entrambe le calzate senza grossi problemi, sempre per evitare movimenti poco corretti e prevenire gli infortuni. Diventa quindi essenziale scegliere il giusto set-up tra tomaia e suola. Oggi il mercato offre varie soluzioni e molte case produttrici usano tomaie fascianti anche su scarpe con pianta standard o perfino ampia.

PESO
Anche il peso del giocatore riveste una certa importanza. Un giocatore pesante, difficilmente si troverà a suo agio con una scarpa molto leggera, che potrebbe cedere molto velocemente e non sorreggere adeguatamente i movimenti, perdendo in comfort, stabilità e ammortizzazione. Invece, un giocatore leggero preferisce una scarpa dal peso contenuto, per non appesantire e bloccare troppo gli spostamenti. Ricordiamo sempre che il padel è uno sport fatto principalmente di scatti e movimenti rapidi e quindi il giusto livello di protezione è fondamentale per evitare fastidi fisici e un usura anomala della scarpa. Per questo motivo, chi pesa 90 kg avrà bisogno di una struttura della scarpa più robusta e con rinforzi più evidenti, chi ne pesa 70, una scarpa con rinforzi meno marcati, per evitare di appesantire troppo i movimenti del piede. Quindi il livello di protezione inciderà sul peso finale della scarpa? Chi ama correre a tutto campo a grande velocità, avrà bisogno di una scarpa con peso compreso tra 320 e 360 grammi, mentre chi è più pesante e necessita di una scarpa con un vivo sistema di ammortizzazione, avrà bisogno di una scarpa dal peso compreso tra 370 e 410 grammi. In generale, possiamo dividere le scarpe per peso in tre segmenti:
310-330 grammi: scarpa ad alta velocità, forte libertà dei movimenti, protezione contenuta e ammortizzazione meno elastica. Tendono a consumarsi/cedere più velocemente se usate da giocatori pesanti.
370 ai 410 grammi: ottima stabilità e protezione, generalmente più imbottite, molti giocatori le trovano più comode. Il sistema ammortizzante è elastico ed evidente. Hanno una durata maggiore e sono ideali per i giocatori dal peso importante.
340-370 grammi: scarpa ibrida, le più ricercate perché i compromessi sono spesso vincenti. Mixano bene le caratteristiche delle scarpe leggere e pesanti, accentuando di più alcuni fattori, in base alle scelte delle case produttrici.

AMMORTIZZAZIONE
Nell’intersuola si trova la tecnologia ammortizzante, fondamentale per dare flessibilità, comfort e una struttura elastica alla scarpa. In linea di massima, si utilizzano principalmente due materiali, l’EVA e il poliuretano, che hanno caratteristiche ben definite. L’Eva può avere diversi gradi di rigidità a seconda dell’elasticità che si vuole dare alla scarpa e una durata mediamente superiore al poliuretano che però offre un comfort molto elevato e un’ottima ammortizzazione ed elasticità. Per fare alcuni esempi, Adidas utilizza il sistema Boost in poliuretano, mentre Wilson con Duralast, Asics con FlyteFoam e Babolat con KPRS-X preferiscono l’EVA, con gradi diversi di rigidità.

APPOGGI
Un elemento determinante è il tipo di appoggio del piede al terreno. Ve ne sono di tre tipi:
pronazione, con una rotazione fisiologica del piede verso l’interno;
supinazione, con una rotazione fisiologia del piede verso l’esterno;
neutro, quando il piede non ruota in modo marcato in nessuna direzione. Invece, se i movimenti sono molto evidenti, si parla di iperpronazione e ipersupinazione.

La scarpa giusta permette di assecondare i movimenti, sorreggere meglio il piede e migliorare il consumo della scarpa. Per capire a quale famiglia si appartiene, basta guardare dove consumiamo la suola della scarpa e la tomaia. Se il consumo è più marcato verso l’esterno, vi è una supinazione, se verso l’interno una pronazione. Se omogeneo, l’appoggio è neutro. Solitamente un arco plantare accentuato comporta una supinazione e viceversa. Tuttavia, a differenza di quanto accade nel running dove ci sono scarpe dedicate in base al tipo di appoggio, nel padel non esistono queste differenziazioni.

PLANTARE
Un accessorio che invece è diventato fondamentale, è il plantare. Se ne possono trovare di varie tipologie che aiutano ad assecondare i movimenti del piede e sono utilizzabili su qualsiasi scarpa. Con una spesa nemmeno eccessiva, si possono riscontrare grossi benefici, un comfort elevato e la possibilità di ridurre drasticamente gli infortuni. Altro suggerimento è scegliere la misura della scarpa in base alla lunghezza in centimetri e non al numero perché si tratta di un elemento di maggior precisione. Per esempio, il 42 di Mizuno e K-Swiss risulterà leggermente più grande rispetto a quello di Wilson e Diadora.

CONSUMO
Infine, la resistenza. Piacerebbe poterne calzare di indistruttibili ma tutte hanno un ciclo di vita, più o meno lungo. Mediamente andrebbe cambiata ogni 6 mesi, considerando un utilizzo di circa 3 ore a settimana. Si consumano la suola e la tomaia, con il sistema di ammortizzazione che perde di efficacia. Non fatevi ingannare dall’estetica: se anche appaiono ancora in buone condizioni, è comunque probabile che l’intersuola sia danneggiata, provocando una minor protezione e un rischio maggiore di infortuni.

di Padel Magazine