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Una settimana chiuso a La Cartuja…
PREMIER PADEL

Una settimana chiuso a La Cartuja…

Una settimana trascorsa all’interno dell’Estadio La Cartuja di Siviglia: ecco cosa ha funzionato meglio e cosa si può migliorare. Dalla location super all’appassionata presenza di pubblico, da qualche impiccio organizzativo alla cattiva abitudine di certi giocatori…


Dopo una settimana vissuta all’interno dello Stadio de la Cartuja per il P2 di Siviglia (sesto appuntamento del Premier Padel 2024), abbiamo analizzato quanto osservato fuori dal campo di gioco. Dalla location spettacolare alla passione del pubblico andaluso, dalla rivedibile gestione delle interviste all’atteggiamento di alcuni giocatori. E molto altro ancora.

1. Una location super
Dopo il Foro Italico di Roma, il Roland Garros di Parigi, il Khalifa International Tennis Complex di Doha e altri palcoscenici spettacolari, anche questa volta il Premier Padel ha fatto centro, scegliendo e addobbando nei migliori dei modi una location davvero magnifica. Spesso usato anche per le partite della Nazionale spagnola di calcio, l’Estadio de la Cartuja di Sivigilia stavolta è stato riempito con quattro campi da padel (il centrale, con le tribune su ogni lato, e tre secondari), tutti costruiti da MejorSet e con il nuovo manto MONDO Premier Supercourt X3. A rendere la location ancora più spettacolare, l’altra metà del campo da calcio, lasciata libera e molto piacevole da vedere. 

2. Tanto pubblico giovane
Trentacinquemila persone in tutta la settimana, con quasi il tutto esaurito (8.000 spettatori) dai quarti di finale di venerdì alla finale di domenica, un ottimo risultato anche in un paese che vanta oltre cinque milioni di praticanti. Da sottolineare la forte presenza di un pubblico giovane: tanti bambini sono stati accompagnati nei primi giorni con le scuole (iniziativa molto intelligente per favorire lo sviluppo del padel), ma non sono mancati anche nelle giornate conclusive. Il futuro del padel è in mano ai giovani, ed è stato bello vedere questo interesse da parte loro.

3. Prezzi bassi e sessione unica
L’ottima presenza di pubblico è stata sicuramente favorita dai prezzi dei biglietti, sicuramente competitivi rispetto ad altri eventi (per vedere ad esempio le giornate finali, bastavano circa 30 euro). Inoltre, a differenza di altri tornei dove i biglietti vengono divisi nelle due sessioni quotidiane, a Siviglia i tickets valevano per tutto il giorno. Ecco dunque che con una spesa ragionevole si poteva restare dentro lo stadio per tutto il giorno. 

4. Il disturbo acustico
Se da una parte la location è stata splendida, dall’altra va sottolineato l’errore di montare la cassa del campo principale sul lato che dava verso i campi secondari. Questo ha creato parecchi problemi nei primi due giorni, poiché la musica che nei momenti di pausa usciva dalle casse del main court disturbava, e non poco, chi stava giocando sugli altri campi (per questo motivo, alcuni giocatori si sono addirittura fermati in alcuni momenti perché non riuscivano a concentrarsi). Si è dunque deciso di tenere la musica spenta quando si disputavano partite sui campi secondari. Piccoli dettagli di cui bisogna tener conto nel percorso di crescita organizzativo, con i giocatori sempre più esigenti.

5. La gestione delle interviste
Uno dei motivi principali per cui è valido essere presenti on-site a un torneo, è riportare le dichiarazioni dei giocatori in conferenza stampa e in opportune interviste one-to-one per trasferire agli appassionati i loro pareri, le loro sensazioni. Fino allo scorso anno nei tornei Premier Padel non vi è stato alcun problema, ora pare diventata una mission impossible, specialmente fino ai quarti di finale, quando le conferenze stampa diventano sostanzialmente obbligatorie ma è anche più complesso affrontare i vari temi del circuito. Perché accade tutto ciò? I giocatori (non tutti, ma un numero consistente) sono diventati meno disponibili e Premier Padel non interviene a correggere un sistema che impedisce di promuovere l’evento e il circuito (oltre agli stessi giocatori) come meriterebbero. L’ufficio stampa è anche volenteroso ma sospetto che accontentarsi di un Vengo dopo la  doccia (sic) non sia sufficiente, anche perché la maggior parte… si dimentica, diciamo così. Eppure la presenza media non è ancora straordinaria, tantomeno quella straniera (a Siviglia abbiamo contato tre, quattro giornalisti non spagnoli) e quindi non sarebbe così complesso accontentare le loro esigenze, che poi si riflettono sulla promozione dell’evento. Così invece, si vanifica il ruolo dell’inviato. Senza contare la maleducazione di atleti che lasciano i rappresentanti media ad aspettare ore senza poi presentarsi. Una mancanza di rispetto da parte di tutte le organizzazioni coinvolte, ricordando che l’Associazione Giocatori è partner del circuito. La sensazione è che ai giocatori sia permesso qualsiasi capriccio. Per dire, Mbappé si presenta in conferenza stampa dopo aver perso la finale dei Mondiali di calcio, Djokovic quella di Wimbledon e così via. Ai giocatori di padel è invece concesso scappar via se la giornata è andata storta. E spesso pure se è girata bene. Gli appassionati amano ascoltare le opinioni dei top players, speriamo sia possibile tornare a farlo. Nei modi e nei tempi corretti. 


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