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Il pagellone del Premier Major di Roma
PREMIER PADEL

Il pagellone del Premier Major di Roma

Da Chingalan a Paquito/Lebron, dalla fumata bianca di Genova all’equal prize money, da un’eccellente copertura tv a cattivi esempi che andrebbero corretti, ecco le nostre pagelle sul Major del Foro Italico


Lo scenario del Foro Italico è sempre affascinante e solo un lustro fa era impensabile che al posto dei campi in terra rossa ci sarebbero stati quelli da padel, almeno per una decina di giorni. Così è, grazie a Premier Padel. La terza edizione del Major di Roma è andata in archivio senza grandi sussulti tecnici ma con vari spunti interessanti, per il presente e il futuro. Ecco il nostro pagellone.

voto 10: Chingalan
Alzi la mano chi avrebbe scommesso un copeco che Ale Galan e Federico Chingotto, coppia nata grazie a Juan Lebron, avrebbero raggiunto sette finali nei primi sette tornei disputati, vincendone quattro. Chingotto, al posto di subire la pressione di dover dimostrare di valere certi livelli, si sta esaltando. E Galan farebbe semifinale anche con un 5.5 Playtomic.

voto 9: Ari y Paula
Senza Bea e dopo l’harakiri di Gemma, è stata una passeggiata. Sono attese a conferme di maggior spessore.

voto 9: piccoli fan
Bello il giorno in cui avremo tanto bambini appassionati come questo.

Voto 8: Sainz/Llaguno
Fare semifinale in un Major a 78 anni (oh, in due) è da un lato un’impresa straordinaria e dall’altra una notizia preoccupante per il circuito femminile che non sta mostrando un cambio generazionale di altissimo livello.

Voto 8: Premier P2 Genova
La fumata bianca è arrivata: in 48 ore, l’entry list del Premier P2 di Genova che comincerà la prossima settimana è passata da avere come primo giocatore il numero 240 del mondo a un seeding perfino migliore di quello del Major di Roma, grazie al rientro di Bea Gonzalez. Cosa ha fatto cambiare idea a  tutti i top players? Ascoltati alcuni giocatori alla viglia del torneo, la lamentela era la stessa: perché dovrei partecipare a un torneo che offre pochi punti per la mia classifica e pochi soldi per il mio reddito? Ora, visto che non sono aumentati i punti, la ragione del cambio di rotta pare evidente. L’ha spiegato bene Paquito Navarro in un podcast di Radio Marca: «I giocatori sono capricciosi per natura, si lamentano sempre e non smetteranno mai di chiedere. Ci sentiamo importanti e ascoltati dal circuito ma se vogliamo avere, come dice Luigi Carraro (Presidente FIP n.d.r.) il miglior circuito di tutti gli sport, dobbiamo lavorare molto duramente». Tradotto, comandano i giocatori che vengono accontentati, anche perché sono uniti nelle rivendicazioni. Vien da chiedersi due cose: ma i giocatori hanno conoscenze sufficienti per sapere cosa serve per far crescere un circuito professionistico? E i metodi utilizzati, come il minaccioso boicottaggio di Genova, sono accettabili? Premier Padel doveva essere una joint venture, ma la partnership appare complessa, soprattutto se una parte ragiona solo pensando ai propri interessi. Intanto Genova è salva ed è un passo incoraggiante.

voto 8: i prossimi crack
Con Bela, Sanyo, Lamperti, Maxi e compagnia avviati alla pensione, chi potrà arrivar ein alto, oltre ai soliti noti? Javi Leal e Augsburger/Libaak in campo mashcile, Claudia Jensen e Andrea Ustero in quello femminile.

Javi Leal, classe 2003, destinato a diventare una futura star del circuito

Paquito Navarro a Radio Marca: «I giocatori sono capricciosi per natura, si lamentano sempre e non smetteranno mai di chiedere. Ci sentiamo importanti e ascoltati dal circuito ma se vogliamo avere, come dice Luigi Carraro (Presidente FIP n.d.r.) il miglior circuito di tutti gli sport, dobbiamo lavorare molto duramente». Tradotto, comandano i giocatori…

Voto 8: copertura tv
L’appassionato non può lamentarsi delle opportunità di vedere i tornei Premier in tv, tra Sky Sport, Supertennis e Red Bull TV che coprono i campi principali fin dai primi giorni. Una copertura perfino sovrastimata rispetto alle audience ma determinante nello sviluppo del circuito.

voto 7.5: Tolito Aguirre
Ha giocato a destra con Gonzalo Rubio, vinto una bella partita e perso un match lottato con Sanyo e Maxi Sanchez. Serve una serie di tornei e un compagno fisso (possibilmente di sinistra, in stile Gonzalo Alfonso, come avviene nel circuito A1 Padel) per valutare il suo status. Ma ipotizzare un posto nella top 30 non sarebbe un azzardo.

voto 7: app e website
È accaduto ciò che aspettavamo: Premier Padel ha lanciato website e app ufficiali. Ora siamo convinti che avvierà anche una campagna promozionale per migliorare la riconoscibilità e la percezione del proprio brand. Tanti, troppi appassionati si riferiscono ancora al World Padel Tour che aveva fatto breccia nei cuori della gente anche attraverso una comunicazione efficace (higlights, news, video contents, etc). Premier Padel pare aver acquisito WPT per cancellarne ogni traccia, anche le più meritevoli. Per questo è attesa una campagna marketing massiccia per creare storia ed empatia tra il tour e i suoi principali protagonisti: gli appassionati.

Voto 6: arrivano le scommesse
Betsson Group è una società di betting online sbarcata da qualche giorno nel mondo del padel. Molti la conosceranno per gli spot che vedono protagonista Francesco Totti. Le scommesse sportive sono un’arma a doppio taglio: da un lato creano passione perché si vive un match con maggior interesse, dall’altro vanno monitorate perché possono rappresentare un pericolo per l’integralità di uno sport. Nel tennis, seconda disciplina per volume di scommesse dopo il calcio, è stata creata la TIU (Tennis Integrity Unit) che vigila sulla questione. Il padel non è ancora pronto per tutto ciò, né attualmente è necessario, almeno fin quando un solo operatore tratterà la faccenda e considerando che questi siti consentono puntate molto contenute e quindi non sufficienti a invogliare qualcuno a manipolare una partita. Però è un settore che va controllato, con il supporto delle agenzie stesse.

voto 6: gli italiani/e
Senza infamia e senza lode: c’è rimpianto per la sconfitta all’esordio di Sussarello/Stellato al tie-break decisivo in un match accessibile e delusione per quella di Carolina Orsi. Però hanno perso contro Casali e Marchetti, in coppia con giocatrici straniere. In campo maschile, bravi Michele Bruno e Simone Iacovino a qualificarsi, mentre Simone Cremona (con l’ottimo Nuno Deus) ha dimostrato di essere ancora oggi il miglior giocatore italiano, vincendo nettamente il derby contro Sinicropi e Di Giovanni. In ogni caos, n0n sono questi i palcoscenici dove gli azzurri possono essere protagonisti: li aspettiamo nel circuito FIP, nella speranza che qualcuno possa abbattere il muro dei top 100.

Voto 5: i Superpibes
Mezza stagione è bastata per emettere un verdetto: Franco Stupaczuk e Martin Di Nenno sono due straordinari giocatori ma da gradino basso del podio. Sono partiti con l’ambizione di diventare la coppia numero uno, i risultati dimostrano che Coello/Tapia e Chingotto/Galan sono superiori. Chissà che non provino altre strade, rifiutate lo scorso anno (Di Nenno sarà pentito di non aver dato seguito alle richieste di Galan?).

Voto 4.5: Big (o anche small) Data
Nell’epoca in cui comandano i numeri, il padel è rimasto al palo: le statistiche post-match sono minimal e banali e non aiutano a spiegare quanto accaduto sul campo, rendendo l’experience per lo spettatore meno coinvolgente. Se altri sport monitorano perfino i battiti cardiaci degli atleti durante la prestazione, nel padel non c’è alcun sostegno. Solo una società olandese, Padel Intelligence, si sta impegnando in tal senso, ma non sembra trovare sbocchi nella FIP e Premier Padel. Stesso discorso per quanto riguarda i giocatori dei quali si hanno poche notizie (un vero autogoal pensando che, fatto salvo una manciata, gli altri sono sconosciuti agli appassionati. Per dire, Coki Nieto e Jon Sanz potrebbero tranquillamente passeggiare per un club italiano senza essere riconosciuti, in Germania o Inghilterra accadrebbe lo stesso anche a giocatori di maggior rilievo). E lo stesso per la storia di questo sport: per curiosità, ho provato a chiedere all’ufficio stampa di Premier Padel un ranking del maggior numero di settimane passate al numero uno del mondo. Una roba semplice. Devono essersi fatti una risata e la domanda è rimasta inevasa, semplicemente perché non dispongono di alcun dato. Creare un archivio storico (e partendo almeno dal World Padel Tour perché la storia di uno sport deve superare le questioni di business) di risultati e classifiche è fondamentale: il futuro è figlio della storia, dicono i saggi.

Voto 4: equal prize money
Le giocatrici chiedono lo stesso prize money degli uomini, un tentativo comprensibile proprio pensando alle parole di Paquito e alla devozione dei giocatori verso i propri interessi. Però il Major di Roma ha smaccatamente dimostrato che il circuito femminile deve ringraziare di essere nato e cresciuto a fianco di quello maschile perché, lasciato solo, avrebbe faticato a sopravvivere, almeno in questi termini. Il caso più evidente è stata la sessione serale del venerdì, quando tra Centrale e campo Pietrangeli si alternavano match maschili e femminile, e c’era un esodo alternato per guardare gli incontri degli uomini. Finale a parte, perfino le numero uno del mondo hanno sempre giocato a spalti semi-deserti. Va bene curare i propri interessi, ma con un minimo di savoir-faire nelle richieste.

A Roma Paquito e Lebron hanno fatto una pessima figura, riuscendo nell’impresa di prendere un warning a testa con conseguente penalty point, prima di sciogliere gli ultimi game contro Tapia e Coello. Il mezzo punto è per Lebron: vedere il suo ex compagno fare sette finali consecutive con un giocatore che era considerato inferiore a lui, deve far male.

voto 4.5: Paquito e Lebron
Tutti, protagonisti compresi, sanno che è una coppia estrema e che può saltare da un momento all’altro. A Roma hanno fatto una pessima figura, riuscendo nell’impresa mica semplice di prendere quasi in contemporanea un warning a testa con conseguente penalty point, prima di sciogliere gli ultimi game contro Tapia e Coello. Il mezzo punto è per Lebron: vedere il suo ex compagno fare sette finali consecutive con un giocatore che era considerato inferiore a lui, deve far male. Ma chi è causa del suo mal…

voto 4: Sanyo al capolinea?
Sanyo Gutierrez è uno dei giocatori più divertenti perché regala una magia a ogni incontro. Non lo chiamano El Mago per nulla. Però ormai appare demotivato e sconsolato. Ora ha convinto un giovane dalle enormi potenzialità come Alex Arroyo a far coppia. A 40 anni, è l’ultimo treno.

voto 3: il cattivo esempio
Torniamo a Paquito: «I giocatori sono capricciosi». E comandano. L’anno scorso il Presidente Carraro disse in conferenza stampa: «Fino a poco tempo fa, i giocatori non parlavano con la stampa nemmeno quando vincevano. Dall’anno prossimo lo faranno anche dopo una sconfitta». Pronostico sbagliato. E il messaggio di questo comportamento (parlo solo quando sono felice e contento) è pessimo. Ma, appunto, comandano i giocatori. Nel tennis, che non va sempre preso come esempio ma certamente negli aspetti più virtuosi, chi salta una conferenza stampa post-match, riceve una bella multa. E comunque, anche chi potrebbe permetterselo, non manca all’appuntamento, nemmeno in orari improbabili perché è cosciente che fa parte dei suoi doveri. Una forma di rispetto per organizzatori, media, fans.

Voto 3: la programmazione
Quantomeno lacunosa. Il primo giorno, l’ultimo match è andato in scena dalle 1.09 alle 2.32 del mattino. Così come la sessione diurna con soli due match dalle 9 del mattino. La programmazione dei match non è affare semplice perché deve accontentare giocatori, tv, spettatori e sponsor, però è necessaria chiarezza verso chi paga un biglietto e quindi ci auguriamo che un torneo comunichi fin dalla messa in vendita, quanti match (e di quale torneo, maschile o femminile) sono previsti per ciascuna sessione. E forse vale la pena introdurre la regola ATP: nessun match può cominciare oltre le 23.30, un cambio di campo è previsto entro le 22.30. La chiarezza spesso trascina con sé l’efficienza.

Voto 2: le attività collaterali
Nel padel si parla spesso di quarto set, cioè delle attività ludiche (music, food, beverage, tanto per andare sul classico) che accompagnano una partita o un torneo, anche amatoriale. Non si è visto nulla di tutto ciò al Foro Italico. Serve un’agenzia di eventi ben strutturata e che conosca il mondo del padel per avviare una strategia che coinvolga gli appassionati oltre ai match e che rappresenti un valore aggiunto. Il villaggio commerciale era un deserto triste che non rappresenta il desiderio di socializzazione tipico del padel.


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