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Tecnica

A lezione da Gus: la bandeja!

La bandeja è il colpo distintivo del padel, essenziale da imparare se si vuole diventare buoni giocatori. Soprattutto da destra. Ecco come, dove e quando giocarla (con la dimostrazione del top player azzurro, Simone Cremona)

di Gustavo Spector, CT Nazionale italiana

26 giugno 2021


Il padel è sport decisamente vario e che presenta tante soluzioni tecnico-tattiche che hanno creato colpi ed esecuzioni tipiche di questo sport. Quella che da sempre riveste una particolare importanza e riveste un tratto distintivo è la bandeja, letteralmente vassoio, perché ricorda il gesto con cui un cameriere porta un vassoio in tavola. Non si tratta di un colpo offensivo, benché colpito al volo e sopra il livello della testa, ma di una soluzione sicura per mantenere una buona posizione sotto rete, condizione spesso decisiva per conquistare un punto. Ecco dunque come, dove e quando sfruttare la bandeja, partendo dal presupposto che si tratta di un colpo che esegue essenzialmente il giocatore di destra, al quale ci riferiamo nelle prossime spiegazioni.

Analisi tecnica
A vederlo eseguire dai top players, non appare un colpo così difficile da eseguire, una sorta di volée alta in back spin, volendola riassumere un po’ banalmente. Tuttavia, vi sono alcuni concetti tecnici di base che sono fondamentali. Ecco quelli relativi alla bandeja classica.

1 Impugnatura. La classica continental, a martello, la stessa utilizzata per eseguire le volée.

2 Ricerca della palla. Spesso la bandeja si gioca su un buon lob dell’avversario, che non ci consente di essere aggressivi. Ecco che diventa importante una corretta ricerca della palla, spostandosi all’indietro con i passi laterali e cominciando la fase di preparazione, con la racchetta che si apre (come si portasse un vassoio).

3 Posizione dei piedi. L’ideale sarebbe riuscire a sistemarsi con i piedi dietro la linea della palla. A quel punto, il piede sinistro si apre fino a trovare una posizione semi-open, quindi con le spalle che guardano in obliquo verso la propria destra.

4 Rotazione del busto. Spalle e busto ruotano per caricare di energia l’esecuzione. Attenzione solo a… non esagerare

5 Punto d’impatto. Ecco, questo è un aspetto fondamentale. Per molti anni si è spiegato che la bandeja andava colpita sostanzialmente a livello della spalla. Ora, succede a tutti i livelli, si tende invece a impattarla leggermente sopra il livello della testa, per trovare maggior spinta e controllo.

6 Back spin. Un’altra condizione essenziale: bisogna colpire la palla con effetto in back spin, come spesso avviene col le volée (non a caso abbiamo detto che fa parte di quella famiglia). Attenzione, back spin non vuol dire slice (o side spin, quello tipico della vibora o del servizio, per chi proviene dal mondo del tennis). Per semplificare, immaginate la palla come un orologio: il back spin della bandeja esige di impattare la palla a ore 6, il side spin della vibora a ore 3.

7 Finale. Il gesto chiaramente non si esaurisce con l’impatto della palla ma va completato con un finale ben allungato in avanti, necessario per trovare un’adeguata profondità. Molti giocatori di livello medio tendono ad accompagnare poco, quasi impauriti dall’idea che, così facendo, si finisca per tirarla troppo lunga, magari direttamente contro la parete di fondo. In realtà, senza un finale del gesto ben accompagnato, si rischia di giocare troppo corto, quando non direttamente in rete.

8 Recupero della posizione. Dopo aver concluso il gesto con un buon accompagnamento, devo essere pronto a ritornare verso rete. Ricordatevi che lo scopo della bandeja non è ottenere il punto diretto ma permetterci di riconquistare la rete.

Per molti anni si è spiegato che la bandeja andava colpita a livello della spalla. Ora, a tutti i livelli, si tende a impattarla sopra il livello della testa, per trovare maggior spinta e controllo

Velocità e direzione
Una volta assimilato il gesto tecnico (e ci vorrà un po’ di tempo, anche per chi ha un background tennistico di buon livello perché è un colpo tipico solo del padel e spesso chi non ha mai giocato a tennis è perfino avvantaggiato nell’apprendimento), bisogna capire dove giocarla e a quale velocità. Si gioca dunque da destra e prevalentemente in direzione incrociata perché il campo diventa più lungo e quindi il margine di errore aumenta. Inoltre, l’avversario avrà sempre il dubbio che la palla possa finire sul vetro laterale o quello di fondo, creando confusione nella fase difensiva.

Per la velocità, dipende dalla posizione di campo in cui si colpisce: più siamo lontani dalla rete, più si deve giocare una bandeja lenta e profonda, per avere sufficiente tempo per tornare verso rete. Se invece possiamo colpire una bandeja da una posizione più favorevole, quindi vicino alla rete, allora si può essere più aggressivi, giocando una bandeja rapida.

Una valida alternativa è la bandeja al centro. Visto che l’avversario si aspetta una bandeja incrociata (e molto spesso sarà finito contro la parete laterale per difendersi), avrà la tendenza a chiudere quella direzione, lasciando libera la parte centrale. Ecco che ogni tanto si può cambiare giocando al centro ma a velocità necessariamente bassa, affinché la bandeja rimbalzi a metà campo e muoia sul vetro di fondo. Dovesse invece arrivare troppo rapida, il rimbalzo alto sulla parete di fondo favorirebbe il recupero all’avversario.

La bandeja si gioca prevalentemente da destra e in direzione incrociata perché il campo diventa più lungo e il margine di errore aumenta

Bandeja dinamica
Ci sono due modi per colpire la bandeja: se potete posizionarvi ben dietro la linea della palla e con un certo anticipo, potrete colpire da fermi, in quella che viene definita la bandeja statica. Se invece il lob è profondo, sarete costretti a eseguirla in salto. In questo caso si parla di bandeja dinamica. Al principio, meglio metabolizzare la bandeja statica ma poi, salendo di livello, diventa importante imparare anche quella in forma dinamica. Nel nostor video, Simone Cremona mostra come giocarla in dinamica: gli aspetti tecnici restano del tutto simili a quelli della bandeja classica, con la differenza (non banale) di doverla colpire in salto e la capacità, appena atterrati, di recuperare la posizione sotto rete. Chiaramente, per riuscirci servono una certa forza esplosiva a livello fisico e una viva coordinazione.

Bandeja piatta
Cosa cambia rispetto alla bandeja classica, che sia giocata in maniera statica o dinamica? Essenzialmente, il punto d’impatto più alto, al punto da poterla paragonare a una vera e propria volée alta. Dunque, colpendo più in alto, si ha un maggior angolo e si può colpire piatto e non in back spin, con un finale che viaggia più verso il basso che non in avanti.

Un aspetto fondamentale è la direzione perché, colpendo a quell’altezza, posso (anzi, devo) giocare una traiettoria stretta, verso la griglia o il primo vetro laterale, a una velocità medio-bassa. La precisione della traiettoria ha più importanza della velocità.

Anche con questo tipo di bandeja, dopo l’impatto bisogna tornare in avanti a coprire la rete.

La bandeja piatta si gioca impattando la palla più in alto, a velocità contenuta, e cercando una traiettoria precisa verso la griglia o il vetro laterale

Bandeja e vibora: le differenze
Si tratta di due colpi tipici del padel. La bandeja si gioca da destra e serve a riconquistare la rete; la vibora soprattutto da sinistra e spesso è un colpo più offensivo, talvolta anche vincente. La differenza principale è che nella vibora si usa maggiormente il gomito, che si flette fino a eseguire il classico mulinello, pur se il punto d’impatto è più basso rispetto a un classico smash (nella bandeja, posso piegare leggermente il gomito quando l’impatto non è troppo lato, ma senza eseguire il mulinello). Inoltre, la vibora si gioca con un effetto slice o sidespin (colpendo la palla lateralmente, a ore 3), la bandeja con effetto back spin (colpendo la palla a ore 6).

La bandeja in… cucina

La bandeja paisa è il piatto più rappresentativo della cucina colombiana nel Dipartimento di Antioquia. Ill nome deriva dal piatto in cui viene servito: la bandeja. La caratteristica fondamentale è l’abbondanza per quantità e varietà di alimenti. Per sua forma e composizione è un piatto sviluppatosi di recente, come strategia commerciale e culinaria, difatti non vi sono riferimenti ad esso prima del 1950 nella cucina.

È probabilmente una evoluzione commerciale sviluppata dai ristoranti di Antioquia, Medellín, Bogotá e altre città in Colombia, a partire dal tradizionale «seco» antioquegno, un piatto composto da riso, fagioli, carne, qualcosa di fritto e plátano, e accompagnato con arepa.

Nel 2005 il governo colombiano provò a rendere la bandeja paisa piatto nazionale con il nome di bandeja montañera