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Zoom Meeting: impianti padel a norma di legge

Sette esperti tra ingegneri, progettisti, architetti, ispettori, avvocati e assicuratori hanno spiegato le principali regole che bisogna seguire per creare un impianto di padel a norma di legge. Con i relativi costi ma soprattutto i rischi annessi se si cercano delle scorciatoie

di Lorenzo Cazzaniga
28 maggio 2020

Il padel continua la sua inesorabile crescita, nonostante l’emergenza legata al Covid-19. Appena riaperti, tanti club sono tornati a registrare il sold out e diverse nuove strutture stanno nascendo in tutta Italia. Per continuare a crescere è evidente che servano nuove strutture (attualmente ci sono circa 1.200 campi in Italia, ma il censimento cambia quotidianamente) per accogliere un numero di appassionati che ha ormai superato quota 120.000. Tuttavia, è fondamentale che le nuove strutture siano sempre più all’avanguardia, performanti e a norma di legge, un dettaglio talvolta trascurato. Ecco perché abbiamo riunito sette esperti tra architetti, ingegneri, progettisti, ispettori, avvocati e assicuratori, in modo da cominciare a spiegare qual è l’iter corretto che bisogna seguire nel momento in cui si desidera costruire un nuovo impianto di padel che presenta campi (spesso coperti) e strutture annesse (spogliatoi, bar, ristorante, etc). E questo è solo l’inizio di un processo di educazione verso i gestori di club sportivi e gli stessi praticanti e frequentatori affinché questo sport possa crescere in maniera sana.

Quali sono i passaggi che bisogna obbligatoriamente seguire quando si vuole creare un nuovo impianti padel per essere in regola a norma di legge e performanti nel servizio offerto? E quali aspetti principali si sente di suggerire nell’aprire una nuova struttura, soprattutto in termini di numero di campi e servizi annessi?

risponde Maria Maderna, architetto (e ottima giocatrice)
Che cosa si vuole e si deve fare per costruire in campo? Una volta individuata l’area, bisogna informarsi sulla compatibilità tra le nostre intenzioni e il luogo dove dobbiamo realizzarlo. Si parte dunque dalla compatibilità urbanistica e si prosegue con l’iter autorizzativo che è fondamentale perché non stiamo parlando solo dei campi da padel ma di tutto quello che si portano dietro: bar, spogliatoi, club house. Le autorizzazioni comunali sono prioritarie, così come avvalersi di un progettista, di un architetto, di un ingegnere o di un geometra e avere le idee chiare in partenza se si vogliono campi coperti: a seconda della scelta, partono a cascata gli adempimenti. Bisogna partire col presupposto che si tratta di una costruzione a tutti gli effetti, come si volesse fare una piccola casetta e quindi sapere se abbiamo bisogna di un permesso di costruzione, se possiamo agire all’interno di un’edilizia libera, pur sempre alla presenza di un progettista. Sono tutti passaggi basilari. Molti mi chiedono: «Ho un bel prato in casa, faccio una bella gettata di cemento e ci costruisco sopra un campo da padel!». No, fermi tutti, non è così.

Bisogna avviare una pratica edilizia, nominare i vari professionisti, fino alla realizzazione del campo. E non solo, perché intorno ci sono dei servizi annessi e un uso degli spazi che deve essere ottimizzato. Se vogliamo realizzare un club di padel, servono aree destinate ai servizi e alla socialità perché il padel non si ferma alla semplice partita. Poi è fondamentale il numero di campi: potendo si dovrebbe partire da tre, quattro campi e andare in crescendo: l’investimento inziale è più alto ma il ritorno è ancora più rapido e profittevole.

Quali aspetti e regole principali bisogna considerare nell’installazione di una nu0va struttura padel? Quanto può incidere, approssimativamente, in termini di costi installare una struttura completamente a norma?

risponde Giuseppe Ghedi, ingegnere Studio Savoldi
Tasto spinoso. In Italia siamo bravissimi a creare le norme, un po’ meno a rispettarle. Partiamo quindi dalle Norme tecniche delle costruzioni, spesso viste come il nemico principale dal committente. Ci sono norme ben fatte, inutile nascondersi, e seguirle mette al riparo dai rischi che si possono correre. Dal punto di vista strutturale, l’errore principale è considerare ciò che circonda un campo da padel come una recinzione, anche se è alquanto diversa. Ci sono invece vetri strutturali e una struttura metallica e bisogna quindi rispettare tutte le norme vigenti in questo ambito. Stesso discorso per la fondazione che deve supportare l’intera struttura. Questi tre materiali sono normati dalle Norme tecniche delle costruzioni, bisogna aprire una pratica strutturale sismica, ovunque ci si trovi in Italia: ci sono zone più o meno sismiche, ma un calcolo sismico va comunque realizzato. In questo caso, viene nominato un tecnico strutturista che valuta la parte geologica, sismica, idrogeologica e del vento che è il fenomeno principale che può provocare i maggiori pericoli.

Per quanto riguarda i costi, dipende dal numero di campi che si vogliono costruire. Ipotizzando due campi, ovviamente installati a norma, il costo stimato è di 30-35.000 euro a campo, platea in cemento compresa, e l’incidenza delle spese tecniche, comprese quelle catastali e di collaudo per ottenere l’agibilità e dei professionisti del settore che hanno studiato e seguito i lavori, è di circa il 10%. Nel caso di campo singolo, può salire al 15%, mentre può ridursi nel caso di impianti con un numero più alto di campi, esattamente come avviene per la platea in cemento.

Quali sono le regole e i suggerimenti di cui deve tener conto un gestore di un padel club che vuole coprire i propri campi con una tensostruttura fissa e/o apribile ai lati? Quali vantaggi comporta?

risponde Daniele Vitali, ingegnere project manager Ecover
Nel caso si volesse coprire i propri campi con una tensostruttura, il gestore dell’impianto è il committente e risponde a livello amministrativo e penale nel fare la richiesta di deposito o autorizzazione sismica presso gli uffici comunali. La legge non ammette ignoranza e di conseguenza il committente ha una responsabilità diretta: cercare vie alternative non paga ed è dunque consigliabile farsi seguire da professionisti nella fase di progettazione, realizzazione ma anche collaudo, trattandosi di opere di nuova costruzione. Indipendentemente dalla zona sismica e anche fossero di modesta rilevanza, serve una progettazione strutturale a tutto tondo e anche quando sento dire che questo tipo di strutture non necessitano fondazioni, è sbagliato perché in realtà si tratta di strutture fisse e le fondazioni sono un aspetto determinante.

Uno dei vantaggi di questo tipo di copertura è che si tratta di una struttura molto resistente in ogni direzione, creata con degli archi tralicciati che possono essere in acciaio o in legno. Una struttura solida ma anche leggera, circa 20 chilogrammi al metro quadro tra struttura propria e permanente, rivestite da un telo in tessuto molto resistente in poliestere intrecciato che viene ricoperto da strati in pvc e possono essere doppi, ancora più performanti. Laddove ci sono impianti di riscaldamento con una buona efficienza energetica, il doppio telo permette una miglior risposta di conducibilità e di condensa, migliorando le condizioni di gioco in inverno. Al tempo stesso, in estate c’è la possibilità delle aperture su tutti e quattro i lati per un’altezza minima di quattro metri. Aprendo queste tende scorrevoli, la struttura diventa più panoramica. E sono strutture versatili, con una continua analisi di ricerca e sviluppo: le strutture attuali sono ben diverse da quelle di qualche anno fa. Noi stiamo studiando un sistema differente con i terminali che presentano un arco in più, diventando di fatto assimilabili a dei moduli; se un club aumentasse il numero dei campi, la modularità di queste strutture consentirebbe di operare senza rimuovere troppo di quanto già in essere. Semplicemente, posso aggiungere dei nuovi moduli. 

Sono anche strutture incernierate alla base, quindi con scarso scarico verso le fondazioni, che sono necessarie e obbligatorie ma non così impegnative; inoltre, essendo incernierate con dei perni, sono strutture amovibili che un domani possono essere sfilate, ripristinando quello che era lo strato di base. Non sono strutture complicatissime ma nemmeno banali, quindi il consiglio è sempre quello di rivolgersi ad aziende specializzate perché affidarsi anche a un bravo tecnico che però non conosce questa materia, rischia di causare dei problemi.

Quali sono le regole e i suggerimenti di cui deve tener conto un gestore di un padel club che vuole coprire i propri campi con pallone pressostatico? Quali vantaggi comporta?

risponde Claudio Sisa, ingegnere progettista Prima Sport
Il pallone pressostatico, cioè la copertura ad aria portante, è normata dal decreto ministeriale del 18 marzo 1996 che prevede la presenza di un massimo di 50 persone e sistemi anticaduta se il pallone dovesse perdere improvvisamente pressione, con la possibilità di sostituirli con allarmi e macchine di emergenza, in caso di sovraccarichi di vento o neve. Altre regole particolari non ci sono perché le Norme tecniche delle costruzioni che potrebbero spaventare non parlano mai di coperture in pvc. Adesso pare che gli eurocodici stiano pensando di creare una normativa sulle coperture pressostatiche in pvc ma per adesso la situazione è questa.

Tuttavia, un aspetto fondamentale è quello delle fondazioni che vengono spesso trascurate perché si pensa che il pallone pressostatico non abbia e trasferisca carichi. Invece non è così perché ne abbiamo visti di palloni volare via per folate di vento più forti di quelle previste e quindi la copertura pressostatica va comunque dimensionata anche senza una norma che lo richieda. Stesso discorso quando si tratta di sostituire un pallone perché una volta ci si affidava a dei cordolini 20×20 che non ritengo siano più sufficienti. 

C’è poi un aspetto specifico per i campi da padel che sono circondati da pareti di vetro e acciaio e quindi anche le pareti del pressostatico devono essere molto verticali fino a quando si curvano per completare la copertura. Questa pareti verticali prendono tanto vento che fa muovere il pallone, sollecita le fondazioni e le saldature tra i vari teli.

Un campo da padel è composto da una struttura abbastanza complessa fatta di metallo, vetri, etc: quali certificazioni occorrono per essere a norma di legge? Quali controlli vanno eseguiti?

risponde Stefano Nicoletti, valutatore sistemi di qualità e saldatura
Dopo aver progettato l’impianto, la domanda da posti è: chi è che realizza materialmente le opere? Sono delle carpenterie che devono soddisfare dei requisiti ben precisi. Per la platea e le fondamenta bisogna rispettare le Norme tecniche delle costruzioni e quindi soddisfare quello che è un requisito di centro di trasformazione, ma la parte fondamentale campo, quella di carpenteria, deve essere realizzata da un’azienda che è in grado di emettere una marcatura CE e una dichiarazione di prestazioni. In qualità di auditor di un organismo di certificazione mi occupo di valutare se le aziende che eseguono questi lavori soddisfano i requisiti di legge. Una legge europea impone le carpenterie che realizzano le opere di essere certificate secondo la N1090. Ma cosa significa essere certificati ed emettere una marcatura CE? Semplice, che una carpenteria deve dimostrare di avere sotto controllo il processo di lavorazione e il sottoscritto deve verificare gli aspetti burocratici (se sono stati eseguiti gli studi di fattibilità, se sono stai seguiti i dati utili del progettista e non su semplici stime dell’azienda, etc) e l’iter di costruzione (saldatori qualificati con patentino, processi qualificati di lavorazione di saldatura, zincatura o verniciatura, la certificazione del montaggio, etc): se tutti questi aspetti sono conformi, allora l’azienda può  emettere un’etichetta CE e una dichiarazione di prestazione, senza la quale nessuna struttura saldata, in questo caso i campi da padel, può definirsi a norma.

La legge 81 del luglio 2018 impone per tutta la catena, dal progettista a chi ha realizzato i campi, di soddisfare questi requisiti, altrimenti si è perseguibili penalmente fino a un massimo di sei mesi di reclusione o con un’ammenda fino a 30.000 euro. A oggi, una buona parte delle strutture, non solo nel padel, sono realizzate senza soddisfare certi requisiti. Per esempio, le saldature sono fondamentali perché trasmettono le sollecitazioni ai vari elementi e devono essere controllate in un certo modo stabilito sempre dalla legge 1090 e in funzione di un parametro chiamato classe di esecuzione che tiene conto del rischio della struttura, sempre stabilito da un progettista. Io, come ispettore, ho il compito di verificare che questi requisiti siano stati soddisfatti. Nel caso il controllo risulti positivo, automaticamente l’azienda viene inserita in un registro di costruttori abilitati, viene certificata secondo la legge 1090 e riceve un numero di matricola che deve applicare sulle strutture realizzate.

A quali rischi vanno incontro i gestori di padel club che non hanno seguito con precisione la normativa italiana nell’installazione di una nuova struttura? Nel caso di acquisto di strutture dall’estero, chi è responsabile che queste rispettino la nostra normativa per la legge italiana?

risponde Mauro Marocchi, avvocato Studio Marocchi
In caso di struttura realizzata senza seguire i requisiti imposti della normativa Italia, i rischi del gestore sono rilevanti, ha una posizione di garanzia verso chi frequenta l’impianto, dagli atleti ai collaboratori, dagli spettatori ai dipendenti. Se una struttura non rispetta le norme, il gestore è soggetto a eventuali risarcimento danni in sede civile per qualsiasi problematica occorsa a persona o cose. Ma c’è anche una responsabilità penale se il documento di valutazione dei rischi dell’impianto non fosse rispettato, in proporzione alle lesioni procurate. Se l’impianto, per esempio un campo da padel e la sua copertura, non fossero realizzate a norma, il gestore sarebbe responsabile, spesso in concorso col produttore. Chiaramente, in Italia conta la legislazione del nostro Paese, se quindi il gestore acquistasse una struttura dall’estero che non rispetta la nostra normativa, è sua la responsabilità, in concorso col produttore ma il quale, residente peraltro all’estero, non può manlevare dalle problematiche causate il gestore che subisce un provvedimento in Italia. 

Ma fate attenzione, perché il problema non si crea solo ex-post, cioè quando si è causato un danno ma anche prima: in caso di eventuali controlli da parte delle autorità, potrebbe essere impedito l’esercizio dell’attività in quanto non rispettoso delle norme ed essere posto sotto sequestro. E non bisogna pensare non succeda perché la normativa è chiara anche in ambito sportivo e non sono rare le richieste di risarcimento a livello patrimoniale o biologico. E quando dico che accede frequentemente, mi riferisco anche in ordine alle problematiche di tipo penale. Quindi direi che è meglio agire preventivamente per non raggiungere l’avvocato Marocchi…

Quali sono i requisiti necessari che deve avere una struttura affinché un’assicurazione risponda di eventuali sinistri? Cosa succede nel caso una struttura non disponga di tutti i requisiti? E, in questo caso, nell’eventualità di un infortunio verso terzi, chi ne è responsabile?

risponde Davide Caleffi, agente generale Assicurazione AXA
Primo aspetto che può apparire scontato ma non è sempre così: perché un’assicurazione paghi, deve… esserci! Perché non tutti gli imprenditori o gestori di club sportivi mettono l’assicurazione tra le priorità. Detto questo, perché un’assicurazione paghi in caso di sinistro deve essere stipulata con la diligenza del buon padre di famiglia, cioè deve essere coerente con il rischio che vado ad assicurare. Assicurarsi è un dovere civico perché in caso di sinistro, se non ho stipulato una polizza corretta, rischio che la compagnia faccia la cosiddetta rivalsa: paga ma poi va a rivalersi sul contraente indicato sul contratto. Quindi un imprenditore dovrebbe porsi la domanda se ha le risorse economiche necessarie per pagare di tasca sua un eventuale danno che è avvenuto all’interno della sua struttura. Quindi devo appoggiarmi a dei professionisti per costruire l’impianto e mi aiutino ad analizzare la situazione costruttiva, ma quando l’assicurazione deve pagare un danno fisico. Quello materiale è quantificabile, quello fisico è più complesso da determinare. Di certo, il gestore dell’impianto è responsabile degli eventuali danni causati a terzi.

Dunque, in caso di sinistro, dovrò fornire all’assicurazione le certificazioni dell’impianto che ho assicurato e per questo è consigliabile affidarsi a un professioniste del settore. In questo momento è di moda assicurarsi su Internet ma succede che, senza essere esperti della materia, clicco su un pulsante per ottenere uno sconto ma rischio di eliminare alcune condizioni e non sono sicuro di essere assicurato in maniera corretta. Perché non basta dire di aver fatto un’assicurazione per dire di essere assicurato.

Inoltre, se un’assicurazione è fatta come si deve, è anche un’incentivazione commerciale perché un cliente che ha già subìto un sinistro nella mia struttura e gli è stato pagato quanto dovuto, diventa anche una persona che, tramite il classico passaparola, opera la miglior pubblicità possibile per il club. Ecco che un’assicurazione, oltre a proteggermi, può anche aiutarmi a creare del nuovo business.


Questi sette interventi che potete trovare anche in video sul nostro canale YouTube sono una prima visione di ciò che serve per essere in regola nel costruire nuovi impianti di padel. Approfondiremo con ciascuno di loro le tematiche di relativa competenza e già invitiamo la Federazione a richiedere un certificato di agibilità a chiunque faccia richiesta di affiliazione del campo, per assicurarsi che sia una struttura a norma di legge. Per la tutela di tutti i suoi tesserati, agonisti e non.