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PADEL BUSINESS

Il vetro salvavita

Nella finale della tappa al Palavillage di Grugliasco del più importante circuito nazionale, lo Slam by Mini, Cristian Calneggia è finito contro la parete di fondo, nel tentativo di recuperare una palla complicata. Patatrac! Gli era già successo tre volte in Spagna, ma questa non ha avuto alcuna conseguenza. Perché il vetro era stratificato. Ecco il parere dei protagonisti

di Lorenzo Cazzaniga

22 novembre 2022


Qualche collega lo chiama O’ Animal, per quel fisico robusto che non farebbe difetto a un buon rugbista. Cristian Calneggia è argentino di Cordoba, città che respira padel, un passato da top 20 mondiale e un’esperienza che gli consente di essere ancora tra i migliori giocatori del circuito italiano, nonostante non sia più un ragazzino (classe 1980). Un esempio? Lo scorso 9 ottobre era in finale nella tappa del più importante circuito nazionale, lo Slam by Mini, nell’occasione ospitato dal Palavillage di Grugliasco, provincia di Torino, unanimemente considerato tra le migliori strutture indoor d’Italia. In coppia con Tolito Aguirre e contro il team azzurro numero uno, Denny Cattaneo e Riccardo Sinicropi, nel primo game del match, Calneggia è finito contro il vetro di fondo, nel tentativo di recuperare una palla complicata. Patatrac! Poteva finire in tragedia, non solo per il protagonista della vicenda, ma per gli spettatori che erano appostati appena dietro il vetro. Ogni metro quadrato di parete vetrata pesa circa 30 kg, immaginate le conseguenze se i frammenti crollassero addosso alle persone. Invece, non è successo niente di tutto questo. Perché? Ce lo spiega Riccardo Zecchini, titolare del Palavillage: «Semplice, abbiamo montato dei vetri stratificati 6+6 con una struttura idonea che ha permesso al vetro di rimanere ancorato. Lo stratificato non produce frammenti e quindi nessuno ha corso alcun rischio. La sicurezza ha priorità su tutto».

La finale al Palavillage è ripresa pochi minuti dopo su un campo adiacente e ha visto la vittoria di Tolito e Calneggia contro Sinicropi e Cattaneo

«Abbiamo montato vetri stratificati perché la sicurezza è una priorità. E, alla luce di quanto accaduto, sono molto soddisfatto della scelta che abbiamo fatto» Riccardo Zecchini, titolare del Palavillage

«Io sono abituato ad appoggiarmi ai vetri – ci ha detto Calneggia -, fa parte del gioco, almeno a livello professionistico. In Spagna ne ho rotti tre, ora questo in Italia che non mi ha causato alcun danno. Fortunatamente la tecnologia migliora la sicurezza e io continuerò a finirci contro, non ho paura. Però non bisogna nemmeno sottovalutare la pericolosità di un campo da padel che è fatto di ferro e vetri. Per esempio, un giocatore di club dovrebbe fare attenzione alle scarpe che usa, tenendo presente se la superficie presenta della sabbia oppure no: basta poco per scivolare e finire contro una parete di vetro».

Sulla tipologia di vetri si discute tanto. La FITP è pronta a omologare campi con vetri temprati (perfino da 10mm) e stratificati. Invece, dal mese di agosto 2021, le norme UNI prevedono solo questi ultimi. Vero che non si tratta di una legge dell’ordinamento giuridico ma, in caso di sinistro, un giudice avrebbe pochi dubbi nel trasformarle in cogenti, non avendo altri riferimenti più specifici. «Noi non abbiamo avuto dubbi – ha detto Zecchini – e, alla luce di quanto accaduto, sono molto soddisfatto della scelta che abbiamo fatto al Palavillage». Va detto che, nel caso dei vetri, la matematica può diventare un’opinione, nel senso che 6+6 non fa essenzialmente 12. Dunque, un vetro stratificato 6+6 non ha la stessa resistenza di un vetro temprato da 12mm. Indicativamente, la resistenza è pari a un vetro temprato da 10mm. Quindi, nel caso appena descritto, è probabile che un vetro temprato da 12mm non sarebbe caduto. Probabile, non certo. E cosa sarebbe successo se quel vetro al Palavillage fosse crollato, con gli spettatori, che erano assiepati tutti intorno, bambini compresi?

«Io sono abituato ad appoggiarmi ai vetri, fa parte del gioco. In Spagna ne ho rotti tre, ora questo in Italia che non mi ha causato alcun danno. Fortunatamente la tecnologia migliora la sicurezza e io continuerò a finirci contro, non ho paura. Però non bisogna nemmeno sottovalutare la pericolosità di un campo da padel…» Cristian Calneggia

In questo senso, non stupisce la scelta di tanti resort che stanno installando campi da padel:«Ormai la maggior parte di queste strutture ci richiede il vetro stratificato da 8+8» spiega Andrea Rossetti che con la sua Paddle Corporation è specializzata in questa tipologia di soluzioni, al punto d’aver già servito diversi complessi turistici in tutta Italia. Un vetro stratificato 8+8 ha una resistenza paragonabile a un temprato da 13mm e senza rischio di rottura in frammenti del vetro. Una scelta condivisibile visto che un resort ospita centinaia di persone non vorrebbe vedere la sua attività bloccata a causa di un sinistro su un campo da padel.

Particolare non trascurabile, la sostituzione del vetro è avvenuta a tempo di record: «Abbiamo stipulato un contratto di assistenza con la società di montaggio WePadel: dopo un’ora e mezzo dalla chiamata erano già al Palavillage, dopo quattro ore il vetro nuovo era già stato montato. Un servizio super efficiente che ci ha consentito di rendere il campo agibile in tempi ridottissimi, con la finale che nel frattempo avevamo spostato su un campo adiacente nell’arco di una ventina di minuti».

Dunque, cosa insegna la vicenda occorsa al Palavillage? Semplicemente che un vetro stratificato presenta dei maggiori valori di sicurezza per chi gioca e di tutela per il gestore. Il vetro temprato da 12mm ha sicuramente un’ottima resistenza e non è da biasimare chi decide di affidarsi a questa soluzione ma, in caso di rottura e conseguente sinistro, c’è da pregare di aver fatto un’altra scelta. Il maggior costo, circa 3.000 euro a campo, è del tutto ragionevole per andare a dormire sonni tranquilli, di quelli che dormono i giusti, per dirla alla Zingoni.