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Coach Fanti: «Graziotti e Abbate? Puntiamo alla top 50»
INTERVISTA

Coach Fanti: «Graziotti e Abbate? Puntiamo alla top 50»

Tra i protagonisti dei recenti successi di Giulio Graziotti e Flavio Abbate c’è coach Emanuele Fanti. Graziotti si allena nella sua academy dal 2021, mentre Flavio si è trasferito da poco. Insieme, puntano in alto: «Hanno le qualità per diventare dei top 50». E tanti altri ragazzi hanno iniziato un percorso che potrebbe portarli lontano


Nello scorso fine settimana, mentre i big erano impegnato nel Premier Padel in Venezuela, due giovani italiani sono riusciti a conquistare un altro ottimo risultato: Giulio Graziotti e Flavio Abbate hanno trionfato nel FIP Rise di Londra, concedendo il bis dopo l’affermazione di inizio marzo al FIP Rise di Kaunas (e nel mezzo c’è stata anche la vittoria nella seconda tappa dello Slam by Mini). E questa volta sono arrivate anche due vittorie contro coppie molto qualificate come J. L. Gonzalez (n.78)/Luque (n.70) in semifinale (6-1 6-3) e Vasquez (n.110)/Montiel (n.122) in finale(6-2 6-3). Grazie a questo risultato, Abbate e Graziotti sono saliti rispettivamente in 171ma e 177ma posizione nel ranking FIP. Tra i protagonisti di questa loro crescita c’è coach Emanuele Fanti e la sua Accademia di Roma, una realtà che ospita diversi giocatori di alto livello. Oltre a Graziotti e Abbate, ci sono infatti anche Simone Iacovino, Joshua Pirraglia, Nicolas Brusa, Giulio Trombino (campione italiano Under 18 insieme ad Abbate), Matteo Platania (uno degli under 18 più forti d’Italia), Steve Stracquadaini, Filippo Albano (ex nazionale giovanile) e Andrea Mangiante. 

Coach, ma pensavi davvero che Graziotti e Abbate potessero vincere così tanto fin da subito?
«Sì, li ho accompagnati fin dai primi tornei e mi sono reso immediatamente conto del loro livello. Loro invece non lo hanno ancora capito pienamente. Vi racconto un aneddoto del torneo di Londra: il primo giorno che loro hanno giocato siamo stati un po’ al circolo per vederci alcune partite; lì li avevo entrambi accanto e continuavano a sorprendersi per il gioco offerto dai giocatori in campo. A un certo punto quindi gli ho detto: ‘Ragazzi, qui non c’è una coppia che gioca meglio di voi’. Loro sono rimasti senza parole, non ci credevano, ma poi sappiamo come è andata a finire».  

Cosa ti ha reso così fiducioso?
«Sapevo che per Giulio giocare con un mancino dall’attitudine da campione come quella di Flavio sarebbe stata davvero una bella opportunità. Poi ero contento perché anche dall’altra parte c’era tanta voglia di iniziare questo percorso. Prima dell’unione, Flavio mi chiamava spesso per chiedermi se prima o poi avrebbe potuto giocare con Giulio. Lo vedeva come un compagno troppo forte per lui. Io lo tranquillizzavo e gli dicevo che prima o poi sarebbe successo e infatti appena si è creata l’occasione giusta è accaduto veramente».

Parliamo di Londra: che torneo è stato?
«In semifinale e in finale Giulio e Flavio hanno devastato gli avversari, però prima hanno superato gli ottavi e i quarti vincendo due battaglie contro dei giocatori che, sebbene fossero tecnicamente inferiori a loro, si sono rivelati molto fastidiosi a livello psicologico e di gioco. Lì si è vista la forza della coppia e di chi vive e si allena insieme».

Ora li seguirai sempre nei tornei?
«Nella maggior parte, soprattutto in quelli internazionali».

Settimana scorsa si sono visti Libaak e Augsburger senza allenatore in panchina durante il torneo di Puerto Cabello: cosa ne pensi?
«Penso sia una scelta sbagliata, specialmente a quei livelli. Prendete come esempio i top players: sebbene siano i più i forti, sono tutti accompagnati da allenatori ed esperti. Questo perché loro stessi sanno dell’importanza del coach. E se i big ritengono fondamentale avere sempre qualcuno al loro fianco, allora Libaak e Augsburger, che sono ancora acerbi nonostante il loro grande talento, non dovrebbero di certo girare da soli».

Emanuele Fanti durante un allenamento 

«Ho sempre pensato che poter giocare con un mancino con un’attitudine da campione come quella di Flavio sarebbe stata davvero un’ottima opportunità per Giulio».

Tornando a Giulio e Flavio, in cosa possono migliorare ancora?
«Senza dubbio nella risposta, sbagliano ancora troppe volte. Sicuramente poi possono migliorare nella gestione di alcuni momenti: a volte hanno dei vuoti con dei game a zero e questi non dovrebbero esistere».

Tra i due, Giulio è il giocatore che conosci da più tempo: in cosa è cresciuto maggiormente nell’ultimo periodo?
«Da un anno a questa parte Giulio è migliorato tantissimo nell’allenamento. Prima non si allenava sempre al massimo delle sue possibilità, ora invece non c’è una volta in cui non si impegni al 110 per cento».

Quali sono i vostri prossimi impegni?
«Il FIP Rise di Nola della prossima settimana che sarà un bel banco di prova e subito dopo lo Slam a Villa Pamphili. Io ci tengo che partecipino anche a questo circuito visto che la Federazione ci sta dando una grossa mano a livello di contributi. Poi speriamo di riuscire a entrare in qualche P2/P1 nel Premier Padel e di ottenere delle wild card per i tornei del circuito maggiore in Italia (il primo sarà l’Italy Major dal 17 al 23 giugno a Roma, ndr)».

Dove possono arrivare Giulio e Flavio?
«Questo non lo so perché salire in classifica non è facile, ma posso dire che per me loro stanno esprimendo un livello da 50/60 al mondo. Ecco, spero che possano raggiungere presto quel livello di classifica».

Flavio Abbate (dx) e Giulio Graziotti (sx) con il loro allenatore Emanuele Fanti (centro)

«Da un anno a questa parte Giulio è migliorato tantissimo nell’allenamento. Prima non dava sempre il massimo, ora invece non c’è una volta in cui non si impegni al 110 per cento»

Ora Flavio e Giulio si stanno allenando sempre insieme: quanto conta questo aspetto?
«Penso che sia fondamentale. È quello che dà la marcia in più. Loro si allenano molto meglio quando stanno assieme. Poi, visto che ora passiamo tante ore insieme, possiamo confrontarci e parlare tanto e questo ci dà tanto equilibrio».

Quando e come è nata la Fanti Padel Academy?
«Come tutte le cose belle, è nata un po’ per caso. Io all’inizio allenavo soltanto Simone Iacovino e successivamente è arrivata anche Valentina Tommasi. Poi, nel 2021, Simone ha fatto un torneo con Giulio Graziotti e lì Giulio mi ha chiesto di continuare con me il percorso che aveva iniziato con Corrado Graziotti (zio di Giulio ed esperto coach di padel). Abbiamo dunque cominciato a collaborare e poi con il tempo si sono aggiunti sempre più ragazzi, dandomi così la possibilità di creare una vera e propria accademia».

Come funziona una settimana tipo alla Fanti Academy?
«I ragazzi che si allenano full time fanno tutti i giorni un’ora e mezza di preparazione fisica e poi tre ore di padel, suddivise in due slot da un’ora e mezza con in mezzo il pranzo e il riposo».

Da chi è composto il team dell’accademia?
«Ci sono io e poi altri due maestri, mio fratello Fabrizio Fanti e Andres Carlomagno, che era il mio allenatore. Inoltre, è presente anche la mental coach Cristina Molinari e il preparatore fisico Alessandro Cesario».

Avete intenzione di espandervi?
«Stiamo per aprire due strutture molto grandi, dove la nostra attività sarà improntata al 90% sulla scuola padel».

Queste nuove strutture saranno sempre a Roma?
«Sì, ho avuto anche delle richieste da Milano, ma io le cose le devo toccare con mano e quindi ho preferito restare su Roma. Il rapporto umano per me è la cosa più importante».

«In semifinale e in finale Giulio e Flavio hanno devastato gli avversari, però negli ottavi e nei quarti hanno vinto due battaglie contro dei giocatori molto fastidiosi. Lì si è vista la forza della coppia che vive e si allena insieme»

Che rapporto si è creato con i ragazzi dell’accademia?
«Siamo tutti molto amici, però quando loro entrano in campo hanno sempre grande rispetto nei miei confronti. Si è creato un bell’ambiente: pranzano sempre tutti insieme, i più grandi aiutano i più piccoli e tante altre belle cose. Per esempio Graziotti e Iacovino sono i primi ad aiutare i più giovani, i primi a stimolarli e, anzi, si arrabbiano pure se davanti hanno qualcuno che non si sta impegnando al massimo. Poi l’arrivo di Flavio ci ha dato un’altra grande spinta».  

A proposito di Flavio, ora rimarrà fisso da voi?
«Sì, il suo maestro siciliano l’ha spinto a fare questa scelta di venire da noi e noi ovviamente l’abbiamo accolto a braccia aperte».

Emanuele Fanti (sx) e Giulio Graziotti (dx) dopo la vittoria di inizio marzo al FIP Rise di Kaunas


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