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PADEL BUSINESS

The Club: Padel 22

Una famiglia “ammalata” di padel, un ragazzo che punta a diventare un professionista e adesso un club premium level creato con Favaretti Group ad Alessandria. Diventato presto un centro di riferimento nella regione, la ciliegina è la partnership tecnica con coach Gustavo Pratto

da Alessandria, Lorenzo Cazzaniga

9 maggio 2023


Ho conosciuto Filippo Necchi nel 2019, un teen-ager sbarbato che già ti fulminava con lo smash. Da Alessandria, faceva spesso la vasca fino a CityLife Milano per allenarsi col guru del padel in Italia, coach Gustavo Spector. Immancabile, a bordocampo, papà Piero, appassionato di padel e orgoglioso del figlio che stava cominciando un’avventura bellissima quanto complessa. Quattro anni dopo, hanno realizzato un progetto studiato a fondo, come accade con buoni imprenditori, abituati a fare le cose per bene: nella loro Alessandria, hanno concepito e realizzato Padel 22, un centro che conta già sei campi (ma presto diventeranno dieci) e tutti i servizi di cui vuole godere la nuova ondata di padelisti: campi e copertura (fissa con aperture laterali) di alta qualità, spogliatoi moderni, bar/ristorante, una buona dose di socialità e una scuola ragazzi che può sfruttare il know-how di un mentore come Gustavo Pratto, il coach (tra gli altri) di Arturo Coello, in quella Valladolid dove lo stesso Filippo ha trovato rifugio per provare a diventare un giocatore professionista.

Il numero 22 è eredità della prima passione di papà Necchi, pilota professionista di auto che gareggiava con questo numero, e il club è diventato in un amen il punto di riferimento di una città che vanta una grande tradizione negli sport di racchetta. Il punto focale è la strategia che accompagna l’investimento (per nulla banale perché stimiamo abbia superato i due milioni di euro) perché Padel 22 non vuole essere un esercizio di affitta-campi, pratica redditizia nel breve periodo ma decisamente meno vincente (e appagante) in ottica futura. Per questo, il fiore all’occhiello è quella partnership voluta, cercata e infine attuata con coach Pratto, una delle migliori opportunità di collaborazione tecnica che il mondo del padel possa offrire. E che garantisce una qualità di insegnamento in tutto il club con pochi rivali a livello nazionale.

«Ci siamo confrontati per diversi mesi con la famiglia Necchi per trovare una soluzione adeguata alle aspettative di entrambi e siamo convinti di aver trovato una configurazione ideale per un club che vuole essere un punto di riferimento nella regione.Filippo Caldon

Tuttavia, qualsiasi attività non sarebbe stata possibile senza avere delle basi solide, stabilite da una struttura premium class creata con Favaretti Group, azienda veneta che ha curato la progettazione, fornitura e installazione sia dei campi sia della copertura, in quell’ambo che resta una caratteristica unica del brand a livello europeo: «Siamo in grado di vestire un club, dalle scarpe al cappello –ricorda Filippo Caldon, Sales & Export Manager di Favaretti Group – e Padel 22 ne è una chiara dimostrazione: è uno dei centri più rappresentativi del Piemonte e un progetto particolarmente interessante per Favaretti. Ci siamo confrontati per diversi mesi con la famiglia Necchi per trovare una soluzione adeguata alle aspettative di entrambi e alla fine siamo convinti di aver trovato una configurazione ideale per un club che vuole essere un punto di riferimento nella regione. I campi sono dotati di vetri di alta qualità, una struttura solida dal design molto curato e tappeti testurizzati, mentre la tensostruttura ha un controsoffitto per offrire le migliori condizioni climatiche possibili, eliminando la presenza di umidità e la cappa di calore estiva. L’impianto di riscaldamento è invece a condensazione e comunque la struttura è studiata per ottimizzarne l’utilizzo. L’altezza supera abbondantemente gli 11 metri con le luci che arrivano a quasi 500 lux a terra, condizioni essenziali per organizzare eventi di altissimo livello, con una dimensione dell’opera che ha permesso di disporre di spazi comodi tra i campi. Insomma, una struttura top level che garantisce una qualità di gioco super».

Scelte doverose viste le chiare intenzioni del centro, come ha spiegato Edoardo Necchi, chiamato a dirigerlo: «Siamo una realtà giovane ma sappiamo dove vogliamo arrivare. Agli attuali sei campi ne aggiungeremo altri quattro e per questi servizi ci siamo legati a Favaretti, un’azienda che ha compreso le nostre necessità ed è riuscita a soddisfare pienamente le esigenze. È la struttura più alta della nostra provincia, con un impianto di illuminazione e una tipologia di copertura che permette di giocare in pieno comfort a tutti i livelli». Edoardo si è poi voluto soffermare sulla qualità tecnica dell’insegnamento: «Per noi è un must e la nostra accademia vuole diventare un punto di riferimento in Piemonte e in tutto il Nord Italia. Per questo ci siamo legati a Gustavo Pratto: cercavamo il meglio per formare i nostri istruttori e l’abbiamo trovato. E non si tratta di mettere solo il nome perché ogni lunedì Pratto e il suo staff sono collegati in video call con i nostri maestri per un aggiornamento continuo e lui stesso sarà presente in svariate occasioni qui al Padel 22. La sua metodologia, frutto di un’enorme esperienza, non ha paragoni in Italia e vogliamo sfruttare appieno questa opportunità e trasmettere i suoi principi fondamentali, così da differenziarci da tutti gli altri».

«Siamo una realtà giovane ma sappiamo dove vogliamo arrivare e per questo ci siamo legati a Gustavo Pratto: cercavamo il meglio per formare i nostri istruttori e l’abbiamo trovato.» Edoardo Necchi, Padel 22

Chi conosce bene il metodo-Pratto è Filippo Necchi, 20 anni e ormai di base a Valladolid, dove ha sede il centro principale del coach argentino. L’obiettivo, ça va sans dire, è diventare un giocatore professionista: «Ho cominciato nel 2016 e tutti mi guardavano strano perché il padel non era ancora così diffuso e c’erano pochissimi ragazzini che giocavano. Mi sono appassionato in fretta perché è uno sport dinamico e che puoi condividere con un compagno, nei momenti positivi e in quelli difficili. Infatti ho intrapreso subito un cammino serio, con l’intenzione di costruirmi una carriera e non solo di seguire una passione. Per questo mi sono da poco trasferito a Valladolid, all’accademia di Gustavo Pratto, uno dei top coach al mondo: credo sia la strada giusta per crescere come giocatore perché vorrei presto giocarmela con chiunque a livello nazionale e cercare di ottenere qualche buon risultato anche nei tornei internazionali. L’obiettivo è chiaro: far diventare il padel la mia vita!». E poi trasferire questa esperienza nel club di famiglia.