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Matteo Arosio, responsabile tennis e padel Joma Italia, insieme a Mirko Annibale, country manager Joma Italia, e Marina Lopez, responsabile marketing worldwide e componente della famiglia proprietaria del brand.

PADEL BUSINESS

«Il padel? La crescita sarà inarrestabile»

La Federtennis ha siglato un accordo con Joma che per cinque anni sarà presente su tutte le divise delle nazionali azzurre di padel (e tennis), diventando un riferimento assoluto nel panorama nazionale ma anche con l’obiettivo di trasformare il marchio Fit in un brand internazionale. Come ci ha spiegato Matteo Arosio, responsabile tennis e padel di Joma Italia che sul padel ha le idee chiare: «La crescita sarà inarrestabile»

intervista di Lorenzo Cazzaniga
14 gennaio 2021

Per molti appassionati, il marchio Joma nel padel è riferito a quelle scarpe che marchiate col logo più affascinante, quello del World Padel Tour, essendo sponsor ufficiale del più importante circuito internazionale. Tuttavia, essendo un brand spagnolo ed essendo pienamente coscienti delle potenzialità del nostro sport e della crescita che si sta registrando in Italia, Joma ha concluso un’operazione di alto livello, diventando sponsor ufficiale della Federazione Italiana Tennis (nella quale è inglobato anche il sistema padel). A partire da quest’anno, vestirà per cinque anni tutte le nazionali azzurre e relativi tecnici di padel (e tennis), ma con un progetto che va ben oltre. La volontà è di percorrere una strada nuova che porti a una rivisitazione complessiva della brand identity della Fit, compresa la produzione di una linea personalizzata in modo da esportare il brand della federazione a livello internazionale, con il padel indubbio protagonista vista la crescita esponenziale dei suoi praticanti e un impegno sempre più costante di Joma che si presenterà nel 2021 con una linea di nove racchette, oltre alla scarpa del World Padel Tour e diverse novità anche nel settore abbigliamento. Ma come si è arrivati a creare un simile progetto e quali sono i prossimi obiettivi? Ce lo ha spiegato Matteo Arosio, 38 anni, responsabile tennis e padel di Joma Italia. 

Come è nata l’idea di questa partnership tra Joma e Federazione Italiana Tennis?
Per qualsiasi azienda che tratta tennis e padel è naturale avere un dialogo con la federazione di riferimento e così, circa un anno fa, si è aperta la possibilità di una collaborazione per diventare sponsor tecnico. Il problema è che per ogni segmento c’era un brand diverso: Australian per il tennis, Lotto per il padel, Winner per i centri estivi ma il nostro progetto, come d’abitudine, era quello di diventare un partner a 360 gradi. La nostra analisi del mercato italiano prevedeva una grossa espansione del padel e una crescita evidente del tennis, anche grazie ai nuovi giocatori italiani che stanno facendo così bene. Tutto questo ha comportato uno sforzo economico e di lavoro non indifferente perché dove prima c’erano tre aziende, ora ci siamo solo noi. Però siamo molto solidi e dinamici, quindi possiamo gestire e sostenere la nuova situazione.

«Se sarei sorpreso di vedere il numero di praticanti padel raggiungere quello del tennis entro cinque anni? Assolutamento no»

Nel concreto quali sono stati i primi passi?
Prima di cominciare qualsiasi discorso, abbiamo voluto spiegare chi eravamo, come lavoriamo e quali sono i nostri focus. Per questo abbiamo portato i dirigenti della Fit nel cuore dell’azienda, a Madrid, e mostrato come portiamo avanti le nostre iniziative e il rapporto con i partner, compresi i vari comitati olimpici con i quali già collaboriamo. Abbiamo voluto far vedere come progettiamo i nostri prodotti perché vogliamo creare una linea col brand Fit, in particolar modo legato alle nazionali e ai tecnici, in sinergia con la federazione stessa. Questo approccio è piaciuto molto perché condivideremo la progettazione, non si tratterà solo di chiedere l’approvazione di un progetto standard.

Qual è il concetto principale che caratterizza questa partnerhsip?
Quello di sviluppo: Joma vuole crescere nel mondo del padel e del tennis ma anche la Fit potrà esportare il suo brand in 120 paesi, una sinergia internazionale molto forte e per nulla banale. I margini di crescita sono ampi. 

Un concetto nuovo, con una federazione sportiva che punta a diventare un brand da esportare.
Il mercato italiano ha sempre vissuto di storicità e confinato nei suoi territori, però c’è spazio per percorrere nuove strade, sfruttando la nostra capacità di personalizzazione che è uno dei segreti del successo di Joma, come già avviene con comitati olimpici e oltre 300 squadre di calcio nel mondo. Personalizzare una linea richiede risorse e impegno, ma far crescere il brand Italia fino a esportarlo nel mondo sono i concetti alla base di questo accordo.

Gli obiettivi che vi siete posti?
Credere nei nostri progetti e continuare a crescere, è la mentalità dell’azienda e questo ci permette di essere credibili sul mercato, senza porci dei limiti. Siamo diventati un’azienda di riferimento nel padel e nel tennis e siamo convinti di poter fare ulteriori passi avanti. Oggi siamo tra i primi dieci brand al mondo nel settore sport; in Italia, dove il calcio ha sempre fatto da padrone, siamo leader nel teamwear. Abbiamo voglia di portare una ventata di novità.

«Dopo il calcio, padel e tennis sono i nostri sport principali, perfino determinanti durante questo periodo di pandemia. Puntiamo molto sul padel perché è uno sport ancora più trasversale del tennis»

Matteo Arosio, responsabile tennis e padel Joma Italia

Che ruolo rivestono padel e tennis all’interno di Joma Italia?
Dopo il calcio sono gli sport principali, perfino determinanti durante questo periodo di pandemia perché ci hanno permesso di rimanere attivi. Con gli sport di squadra bloccati, padel e tennis ci hanno aiutato molto. In particolare, il padel sta crescendo in maniera incredibile: oltre a scarpe e abbigliamento, l’anno scorso ci siamo presentati con quattro modelli di racchetta che nel 2021 diventeranno nove, con tante novità anche negli altri settori. Puntiamo molto sul padel perché è uno sport ancora più trasversale del tennis.

Se fra cinque anni i praticanti padel avranno raggiunto quelli del tennis, sarebbe una sorpresa?
Assolutamente no. Siamo un’azienda spagnola, quindi conosciamo bene le potenzialità del padel perché in Spagna è già il secondo sport dopo il calcio. È uno sport più facile del tennis che può avvicinare tantissime persone e quindi è destinato a crescere notevolmente, anche se personalmente credo che il fascino e la storicità del tennis siano difficili da raggiungere.

«In Italia può accadere che una scarpa da padel da 90 euro sia considerata meno performante di una da 150. Noi vogliamo far capire al consumatore che i nostri prodotti abbinano qualità, performance, convenienza e servizio. Questa è Joma. Basta guardare agli esempi di Decathlon nello sport o di Zara, H&M e Ikea in altri settori. Il mondo sta cambiando e noi siamo all’interno di questo cambiamento»

All’interno del mondo Joma, come è distribuito il peso tra abbigliamento e calzature?
Joma nasce come brand di scarpe anche se attualmente il tessile crea dei volumi maggiori. La percezione dell’appassionato nei confronti della scarpa è diversa perché è parte essenziale dell’attrezzatura e il processo che porta a ottenere credibilità nei confronti del consumatore è più lungo. Però ci crediamo molto: le calzature sono un focus importante con un margine di crescita notevole, stiamo progettando modelli nuovi e, nel padel, abbiamo già le scarpe del World Padel Tour che quest’anno sono andate sold out in Italia. Però un aspetto va riconosciuto: creiamo prodotti di alto livello mantenendo prezzi decisamente concorrenziali, solo che in Italia può accadere che una scarpa da tennis o da padel da 90 euro sia considerata meno performante rispetto a un’altra da 150. Noi vogliamo far capire al consumatore che i nostri prodotti abbinano qualità, performance, convenienza e servizio. Questa è Joma. Basta guardare all’esempio di Decathlon nello sport o di Zara, H&M e Ikea in altri settori. Il mondo sta cambiando e noi siamo all’interno di questo cambiamento.

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Matteo Arosio, responsabile tennis e padel Joma Italia, insieme a Mirko Annibale, country manager Joma Italia, e Marina Lopez, responsabile marketing worldwide e componente della famiglia proprietaria del brand.

PADEL BUSINESS

«Il padel? La crescita sarà inarrestabile»

La Federtennis ha siglato un accordo con Joma che per cinque anni sarà presente su tutte le divise delle nazionali azzurre di padel (e tennis), diventando un riferimento assoluto nel panorama nazionale ma anche con l’obiettivo di trasformare il marchio Fit in un brand internazionale. Come ci ha spiegato Matteo Arosio, responsabile tennis e padel di Joma Italia che sul padel ha le idee chiare: «La crescita sarà inarrestabile»

intervista di Lorenzo Cazzaniga
14 gennaio 2021

Per molti appassionati, il marchio Joma nel padel è riferito a quelle scarpe che marchiate col logo più affascinante, quello del World Padel Tour, essendo sponsor ufficiale del più importante circuito internazionale. Tuttavia, essendo un brand spagnolo ed essendo pienamente coscienti delle potenzialità del nostro sport e della crescita che si sta registrando in Italia, Joma ha concluso un’operazione di alto livello, diventando sponsor ufficiale della Federazione Italiana Tennis (nella quale è inglobato anche il sistema padel). A partire da quest’anno, vestirà per cinque anni tutte le nazionali azzurre e relativi tecnici di padel (e tennis), ma con un progetto che va ben oltre. La volontà è di percorrere una strada nuova che porti a una rivisitazione complessiva della brand identity della Fit, compresa la produzione di una linea personalizzata in modo da esportare il brand della federazione a livello internazionale, con il padel indubbio protagonista vista la crescita esponenziale dei suoi praticanti e un impegno sempre più costante di Joma che si presenterà nel 2021 con una linea di nove racchette, oltre alla scarpa del World Padel Tour e diverse novità anche nel settore abbigliamento. Ma come si è arrivati a creare un simile progetto e quali sono i prossimi obiettivi? Ce lo ha spiegato Matteo Arosio, 38 anni, responsabile tennis e padel di Joma Italia. 

Come è nata l’idea di questa partnership tra Joma e Federazione Italiana Tennis?
Per qualsiasi azienda che tratta tennis e padel è naturale avere un dialogo con la federazione di riferimento e così, circa un anno fa, si è aperta la possibilità di una collaborazione per diventare sponsor tecnico. Il problema è che per ogni segmento c’era un brand diverso: Australian per il tennis, Lotto per il padel, Winner per i centri estivi ma il nostro progetto, come d’abitudine, era quello di diventare un partner a 360 gradi. La nostra analisi del mercato italiano prevedeva una grossa espansione del padel e una crescita evidente del tennis, anche grazie ai nuovi giocatori italiani che stanno facendo così bene. Tutto questo ha comportato uno sforzo economico e di lavoro non indifferente perché dove prima c’erano tre aziende, ora ci siamo solo noi. Però siamo molto solidi e dinamici, quindi possiamo gestire e sostenere la nuova situazione.

«Se sarei sorpreso di vedere il numero di praticanti padel raggiungere quello del tennis entro cinque anni? Assolutamento no»

Nel concreto quali sono stati i primi passi?
Prima di cominciare qualsiasi discorso, abbiamo voluto spiegare chi eravamo, come lavoriamo e quali sono i nostri focus. Per questo abbiamo portato i dirigenti della Fit nel cuore dell’azienda, a Madrid, e mostrato come portiamo avanti le nostre iniziative e il rapporto con i partner, compresi i vari comitati olimpici con i quali già collaboriamo. Abbiamo voluto far vedere come progettiamo i nostri prodotti perché vogliamo creare una linea col brand Fit, in particolar modo legato alle nazionali e ai tecnici, in sinergia con la federazione stessa. Questo approccio è piaciuto molto perché condivideremo la progettazione, non si tratterà solo di chiedere l’approvazione di un progetto standard.

Qual è il concetto principale che caratterizza questa partnerhsip?
Quello di sviluppo: Joma vuole crescere nel mondo del padel e del tennis ma anche la Fit potrà esportare il suo brand in 120 paesi, una sinergia internazionale molto forte e per nulla banale. I margini di crescita sono ampi. 

Un concetto nuovo, con una federazione sportiva che punta a diventare un brand da esportare.
Il mercato italiano ha sempre vissuto di storicità e confinato nei suoi territori, però c’è spazio per percorrere nuove strade, sfruttando la nostra capacità di personalizzazione che è uno dei segreti del successo di Joma, come già avviene con comitati olimpici e oltre 300 squadre di calcio nel mondo. Personalizzare una linea richiede risorse e impegno, ma far crescere il brand Italia fino a esportarlo nel mondo sono i concetti alla base di questo accordo.

Gli obiettivi che vi siete posti?
Credere nei nostri progetti e continuare a crescere, è la mentalità dell’azienda e questo ci permette di essere credibili sul mercato, senza porci dei limiti. Siamo diventati un’azienda di riferimento nel padel e nel tennis e siamo convinti di poter fare ulteriori passi avanti. Oggi siamo tra i primi dieci brand al mondo nel settore sport; in Italia, dove il calcio ha sempre fatto da padrone, siamo leader nel teamwear. Abbiamo voglia di portare una ventata di novità.

«Dopo il calcio, padel e tennis sono i nostri sport principali, perfino determinanti durante questo periodo di pandemia. Puntiamo molto sul padel perché è uno sport ancora più trasversale del tennis»

Matteo Arosio, responsabile tennis e padel Joma Italia

Che ruolo rivestono padel e tennis all’interno di Joma Italia?
Dopo il calcio sono gli sport principali, perfino determinanti durante questo periodo di pandemia perché ci hanno permesso di rimanere attivi. Con gli sport di squadra bloccati, padel e tennis ci hanno aiutato molto. In particolare, il padel sta crescendo in maniera incredibile: oltre a scarpe e abbigliamento, l’anno scorso ci siamo presentati con quattro modelli di racchetta che nel 2021 diventeranno nove, con tante novità anche negli altri settori. Puntiamo molto sul padel perché è uno sport ancora più trasversale del tennis.

Se fra cinque anni i praticanti padel avranno raggiunto quelli del tennis, sarebbe una sorpresa?
Assolutamente no. Siamo un’azienda spagnola, quindi conosciamo bene le potenzialità del padel perché in Spagna è già il secondo sport dopo il calcio. È uno sport più facile del tennis che può avvicinare tantissime persone e quindi è destinato a crescere notevolmente, anche se personalmente credo che il fascino e la storicità del tennis siano difficili da raggiungere.

«In Italia può accadere che una scarpa da padel da 90 euro sia considerata meno performante di una da 150. Noi vogliamo far capire al consumatore che i nostri prodotti abbinano qualità, performance, convenienza e servizio. Questa è Joma. Basta guardare agli esempi di Decathlon nello sport o di Zara, H&M e Ikea in altri settori. Il mondo sta cambiando e noi siamo all’interno di questo cambiamento»

All’interno del mondo Joma, come è distribuito il peso tra abbigliamento e calzature?
Joma nasce come brand di scarpe anche se attualmente il tessile crea dei volumi maggiori. La percezione dell’appassionato nei confronti della scarpa è diversa perché è parte essenziale dell’attrezzatura e il processo che porta a ottenere credibilità nei confronti del consumatore è più lungo. Però ci crediamo molto: le calzature sono un focus importante con un margine di crescita notevole, stiamo progettando modelli nuovi e, nel padel, abbiamo già le scarpe del World Padel Tour che quest’anno sono andate sold out in Italia. Però un aspetto va riconosciuto: creiamo prodotti di alto livello mantenendo prezzi decisamente concorrenziali, solo che in Italia può accadere che una scarpa da tennis o da padel da 90 euro sia considerata meno performante rispetto a un’altra da 150. Noi vogliamo far capire al consumatore che i nostri prodotti abbinano qualità, performance, convenienza e servizio. Questa è Joma. Basta guardare all’esempio di Decathlon nello sport o di Zara, H&M e Ikea in altri settori. Il mondo sta cambiando e noi siamo all’interno di questo cambiamento.