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Coraggio, competenza e un budget da 50.000 euro: così nasce un torneo FIP Rise
CIRCUITO FIP

Coraggio, competenza e un budget da 50.000 euro: così nasce un torneo FIP Rise

Il circuito FIP è l’anticamera di quello principale (Premier) e una tappa spesso obbligata per conquistare una buona posizione di classifica. Abbiamo incontrato Vittorio Tallia, direttore del torneo FIP Rise di Sandigliano, due passi da Biella, per capire motivazioni e impegno che si nascondono dietro l’organizzazione di un torneo di questo livello


La cornice è splendida e questo aiuta. Il Santo Stefano Padel & Pickleball Club nasce all’interno di un bel relais a Sandigliano, uno sputo da Biella, immerso nel verde della campagna, col Santuario di Oropa come maggior attrattiva della zona per i turisti. Invece, per gli appassionati di padel della zona, l’appuntamento clou è il torneo del circuito internazionale FIP che da tre anni viene organizzato con successo grazie a tre ingredienti fondamentali: coraggio, competenza e budget. Il primo serve per allontanarsi dal pantano delle semplice affitto-campi e distinguersi dalla massa. La seconda perché c’è un iter procedurale da seguire e una serie di impegni che appaiono semplici solo per chi ha sufficiente esperienza e abitudine a organizzare eventi sportivi. Il terzo perché le prime due caratteristiche servirebbero a poco senza sponsor che garantiscano una cifra sufficiente e che può essere stimata tra 25.000 e 50.000 euro.

A tirare le fila del FIP Rise di Sandigliano c’è Vittorio Tallia, una vita da manager di alto livello nel settore dello sport, che ci ha spiegato cosa serve per organizzare un torneo FIP che quest’anno ha visto la presenza di circa 150 giocatori da una quindicina di nazioni e con 5 degli otto giocatori italiani convocati per i Campionati Europei di fine luglio.

Come nasce l’idea di questo torneo FIP Rise?
Abbiamo un club da sei campi nato in pieno boom padelistico e che continua a funzionare piuttosto bene. Volevamo organizzare un bell’evento, che fosse relativamente accessibile e che fosse coerente con la clientela del relais che proviene da varie parti d’Italia. Così è nata un’idea che portiamo avanti perché è un’esperienza molto coinvolgente, ma con una logica diversa dal solito.

Cioè?
Generalmente con un evento sportivo si cerca di attrarre più gente possibile in modo da muovere l’interesse di tanti piccoli sponsor e possibilmente delle amministrazioni pubbliche. Noi abbiamo avuto un approccio diverso perché abbiamo costruito l’itero evento sulle esigenze di pochi sponsor, molto selezionati e disposti a un investimento congruo. Quasi tutti i nostri partner non sono locali e cerchiamo di rispettare i loro obiettivi e infatti organizziamo anche clinic per i loro invitati, un gala dinner con ospiti interessanti del mondo dello sport, della tv e dell’imprenditoria (quest’anno è stato il turno di Gustavo Spector che ha presentato il suo libro, edito da Rizzoli: Alla scoperta del padel n.d.r.). Conoscere da vicino certi personaggi è un’opportunità piacevole per un appassionato di padel, sport che nella nostra zona ha vissuto un boom notevole. C’è sempre un’atmosfera rilassata e divertente: alla fine è un torneo internazionale con all’interno una sorta di incentive aziendale.

Un momento della clinic con coach Gustavo Spector

«Un torneo FIP Rise costa tra 45 e 50 mila euro. Per assolvere gli obblighi imposti dalla federazione internazionale ne basterebbero 20-25.000, però senza attività collaterali che ritengo siano fondamentali»

Qual è l’aspetto più complicato nell’organizzazione?
Nessuno così complicato: serve compilare una application nei tempi corretti e rispettare determinati requisiti e un procedurale che prevede un certo allestimento per il campo centrale, una cura grafica di tutti i format per gli sponsor e altre questioni pratiche. Una problematica è data da un calendario che è ancora molto variabile e cambia in continuazione: fai un scelta di data tenendo presente alcune circostanze e poi ti succede, come è stato il nostro caso, che il torneo di Valladolid sia stato declassato da Premier e FIP Star e infilato nella nostra stessa settimana, col P1 di Genova anticipato a quella successiva. Però abbiamo comunque superato le 70 coppie tra tabellone maschile e femminile e con una qualità molto alta.

Qual è il ritorno che si ottiene da un torneo di questo livello?
Non è diretto, nel senso che non aumenta in proporzione il numero di ore prenotate ma offre la credibilità necessaria per lavorare con certe aziende e agenzie di eventi nel corso della stagione. Per dire, abbiamo ospitato un meeting di Lavazza in cui erano presenti persone provenienti da mezza Europa, un team building di grande successo. In questo, organizzare un torneo internazionale è garanzia di competenza.

Quanto costa organizzare un torneo FIP Rise?
Tra 45 e 50 mila euro, tutto compreso. In realtà, per assolvere gli obblighi imposti dalla federazione internazionale ne basterebbero 20-25.000 tra montepremi (12.500 euro, equamente divisi tra uomini e donne n.d.r.), però senza attività collaterali che ritengo siano fondamentali. Se poi si volesse aggiungere l’ospitalità, allora si finisce sopra i 50.000 euro.

«Per questi tornei sarebbe importante ricevere un contributo della FITP, come è successo con i Challenger nel tennis, un fattore che ha permesso all’Italia di diventare un’eccellenza a livello organizzativo. Così si darebbe solidità ai tornei esistenti e spingerebbe altri a seguire lo stesso percorso»

Come si raggiunge un parco giocatori di alto livello?
Trattandoli al meglio. Il passaparola funziona ancora e spesso diventano i migliori promoter. Infatti il livello di gioco del nostro torneo cresce anno dopo anno: sono passati fenomeni come Tolito e quasi tutti i top player italiani, ma in generale è il livello medio che è diventato straordinario e infatti si assiste a match super combattuti. E non dimentichiamo che per tanti giovani, questi tornei sono un trampolino di lancio per salire di categoria.

E per il torneo varrebbe la pena salire di categoria?
Dipende da quello che deciderà la FIP. In questo momento il calendario dimostra in maniera inequivocabile che la categoria Rise è quella che garantisce il miglior equilibrio tra budget e ritorno d’immagine. Non è un caso che vi siano pochissimi tornei Platinum e Gold e spesso in località che godono di un importante sostegno pubblico perché senza la garanzia di un campo di partecipazione adeguato, potrebbe rappresentare un salto nel buio. Anche solo passare alla categoria Star, i costi maggiori sarebbero probabilmente sostenibili, ma  con quali reali vantaggi?

Cosa invece potrebbe aiutare gli organizzatori dei tornei FIP?
Un contributo della FITP, come è successo con i tornei Challenger nel tennis e che ha permesso all’Italia di diventare un’eccellenza a livello organizzativo, con i conseguenti vantaggi per i giocatori azzurri e per la promozione dello sport sul territorio. Non c’è bisogno di un intervento clamoroso, ma un aiuto sostanziale darebbe solidità ai tornei esistenti e spingerebbe altri a seguire lo stesso percorso.

Come immagini il futuro di questo torneo?
Se i nostri sponsor continueranno a rimanerci vicino, andremo avanti cercando di fare sempre meglio. L’approccio rimarrà questo perché la nostra struttura si presta a costruire un progetto specifico per le aziende partner. C’è grande passione per il padel e noi cerchiamo di sostenerla.

IL CIRCUITO FIP

Il circuito FIP è composto da una serie di tornei divisi per categoria: Platinum, Gold, Star, Rise e Promotion. Attualmente il calendario 2024 prevede tappe in ogni continente con la categoria Rise come assoluto riferimento. Infatti, attualmente sono previsti 2 tornei Platinum, 3 Gold e 2 Star, oltre a ulteriori cinque suddivisi in queste tre categorie ma ancora da confermare. Il FIP Rise di Sandigliano è stato il 29esimo fin qui disputato in stagione, altri 8 sono già confermati, mentre 20 sono in attesa dell’ufficialità. Nella categoria Promotion ci sono 19 tornei e 9 da confermare. Il montepremi di un torneo Rise è di 12.500 euro (6.250 se si disputa solo la prova maschile o femminile), mentre per quelli Promotion di 5.000 euro. In Italia si sono già disputati tre tornei Rise (Nola, Cordenons e Sandigliano, con Sassuolo e Porto Sant’Elpidio in attesa di conferma).


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