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PADEL BUSINESS

Padel Trend Expo: scommessa vinta

La prima Expo interamente dedicata al padel e ospitata dal Mi.Co di Milano è stata un autentico successo, con oltre 90 espositori, 18.000 presenze e tanti ospiti illustri. Un percorso che è solo all’inizio per un evento che promette di diventare un punto di riferimento. Analisi e suggerimenti

di Lorenzo Cazzaniga

17 gennaio 2023


Whatsapp mi ricorda che i primi messaggi relativi a Padel Trend Expo li ho ricevuti il 30 novembre 2021. Si è presentato l’ideatore, Luigi Spera, raccontando una storia affascinante che però rappresentava anche una sfida complessa. In sintesi, mai avrei immaginato tredici mesi e mezzo dopo di vivere un’esperienza come quella che ci ha accompagnati lo scorso week-end al Mi.Co di Milano. Una prima location individuata nella capitale e poi spostata nel luogo più adatto e nella città che meglio vive il business e dove il movimento padel sta crescendo in maniera perfino sorprendente. E una rincorsa per evitare la collisione con un’altra (fantomatica) fiera che avrebbe dovuto svolgersi a Roma a distanza di una settimana e goffamente abortita. Premesse poco incoraggianti per un evento totalmente nuovo e dopo il lungo periodo di pandemia che ha affossato il settore fieristico. Da una comprensibile confusione, è nato un progetto che ha coinvolto una grossa società come Next Group e sorpreso gli oltre 90 espositori, tutti entusiasti di quanto è stato creato: 18.000 metri quadri interamente dedicati al padel, circa 18.000 presenze, spesso molto qualificate perché «mi è piaciuto soprattutto il fatto che sono intervenuti tantissimi proprietari e gestori di club», come ha sottolineato Rino Troise di Woodpad ma che all’unisono hanno ripetuto tutti gli espositori.

«Vogliamo raccontare tante storie con un comune denominatore, il padel. L’obiettivo è riunire l’intera community padelistica: le aziende, i club, i giocatori, le istituzioni, gli appassionati». L’aveva garantito l’ideatore di Padel Trend Expo, Luigi Spera, e i fatti lo hanno confermato.

«Vogliamo raccontare tante storie con un comune denominatore, il padel. L’obiettivo è riunire l’intera community padelistica: le aziende, i club, i giocatori, le istituzioni, gli appassionati». L’aveva garantito Spera, i fatti lo hanno confermato. Il venerdì si è autoimposto come giornata dedicata alle attività B2B, il week-end è stato un bagno di folla collettivo. I convegni hanno attirato l’interesse degli operatori di settore, i due campi centrali sono stati presi d’assalto dagli appassionati soprattutto per le esibizioni di fuoriclasse come Martin Di Nenno, Mike Yanguas, Mati Diaz, Veronica Virseda e quel Tolito Aguirre che è garanzia di sold out. E poi le clinic con coach del calibro di Marcela Ferrari, Martin Echegaray e il guru del padel in Italia, Gustavo Spector, che potrebbe tenere chiunque incollato al vetro per ore mentre spiega perché giocare una vibora qui e non lì. Ci sono stati i Vip, gli immancabili ex calciatori capitanati da Bobo Vieri e dalla sua Bombeer (ma anche Lele Adani, Vincent Candela, Nicola Amoruso, Stefano Fiore, Luca Toni): qualcuno storce il naso davanti a queste esibizioni ormai inflazionate, ma servono per celebrare una categoria che ha notevolmente contribuito allo sviluppo del padel in Italia.

Il settore dell’impiantistica è stato rappresentato come meglio era difficile e gli espositori non hanno lesinato risorse, soprattutto per dimostrare che le aziende italiane sono in grado di offrire una qualità e un’affidabilità con pochi paragoni. E se Padel Trend ha lasciato spazio a nuove iniziative nel settore dell’attrezzatura e dell’abbigliamento (Viento, Panther e diverse altre), hanno invece marcato visita alcuni dei brand più significativi di questo comparto, quali Adidas, Babolat, Head e Wilson. La confusione tra date, location e fiere varie sono fattori che non hanno favorito la loro presenza, oltre alla tappa del circuito Premier disputata quaranta giorni prima a due chilometri di distanza che ha richiesto uno sforzo (economico e di energie) importante. Tuttavia, ritengo sia necessario un confronto costruttivo affinché Padel Trend possa studiare una strategia che permetta di averli presenti con reciproca soddisfazione. Il successo (anche) di pubblico di questa prima edizione è un ottimo punto di partenza.

Capitolo istituzioni: la FITP è stata presente con i giocatori delle nazionali, i maestri federali e alcuni dei migliori junior. La presenza del vicepresidente con delega al padel, Gianni Milan, ha testimoniato l’interesse, mentre sarebbe stata doverosa una maggior partecipazione del Comune, possibilmente con la benedizione del sindaco Sala. Padel Trend è un’Expo che muove l’industria dello sport in maggior crescita a livello nazionale e una presenza più assidua sarebbe stata significativa. Così come siamo certi che l’anno prossimo non mancherà Luigi Carraro, presidente della Federazione internazionale e grandissimo appassionato: i feedback che avrà ricevuto lo spingeranno a Milano, anche per promuovere ulteriormente i circuiti FIP e Premier.

A proposito di prossima edizione, Luigi Spera è stato chiaro: «Ci metteremo subito al lavoro creando una Road to Padel Trend Expo 2024». Ecco, l’Expo non deve abbandonare la community nei prossimi mesi se vuole diventare un vero punto di riferimento, deve essere presente nella vita quotidiana degli appassionati per fidelizzarli e lavorare per limare alcuni dettagli, favoriti dalle impressioni registrate in questa prima esperienza.

Luigi Spera è stato chiaro: «Ci metteremo subito al lavoro per la prossima edizone creando una Road to Padel Trend Expo 2024»

Infine, qualche suggerimento: 1. È presumibile che non vi sia stata altra scelta, però è auspicabile che l’edizione 2024 possa essere leggermente posticipata per evitare la vicinanza delle feste natalizie che hanno creato qualche disagio organizzativo agli espositori. Anche solo uno spostamento all’inizio di febbraio sarebbe sufficiente. 2. Dato ormai per certo il successo di pubblico, la giornata del venerdì dovrebbe trasformarsi ufficialmente in B2b; 3. The Champion’s Court, un campo centrale con tribune raddoppiate (se le norme e gli spazi lo consentono) interamente dedicato agli allenamenti dei campioni. Se scendere in campo è opportunità (inevitabilmente) concessa a una minoranza, ammirare da vicino i top player allenarsi è sufficiente a giustificare il prezzo del biglietto; 4. Un solo grande spazio commerciale per la vendita dei prodotti in modo da amplificare il concetto di Expo rispetto a quello di market; 5. Una Expo che desidera fare cultura, come hanno sottolineato gli organizzatori, non può prescindere dai convegni che possono migliorare ulteriormente e meritarsi una promozione adeguata; 6. Una serie di attività (diagnosi della propria pala, videoanalisi, etc) per rendere la partecipazione sempre più attiva e rispondere alle esigenze di un pubblico che, anno dopo anno, sarà sempre più maturo tecnicamente e quindi desideroso di approfondimenti tecnici. 7. Un programma sempre più ricco, soprattutto nell’ultima fase. Se in un evento agonistico l’interesse cresce col passare dei giorni, in una Expo l’ultima fase dell’ultima giornata rischia di diventare un garbage time. Riuscire a evitarlo mantenendo vivo l’interesse fino all’ultimo istante sarebbe sinonimo di ulteriore successo.